Amadeus diventa un caso, la RAI: “Ricostruzioni dannose”

di Redazione


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La RAI ha diffuso una nota, abbastanza stizzita, sulle voci che riguardano il contratto di Amadeus e la possibilità che passi a Nove, come anticipato anche da Fiorello.

Nella nota si legge: “In merito alle numerose ricostruzioni apparse in questi giorni sui media e relative all’eventualità della conclusione del rapporto tra il Servizio Pubblico e Amadeus, Rai ribadisce che si tratta di interpretazioni dei fatti tanto false quanto dannose per l’azienda”.

“Ricostruzioni – prosegue la Rai – che appaiono tanto più fantasiose quando fanno riferimento a presunte pressioni che Rai avrebbe esercitato nei confronti di Amadeus che invece – come da lui stesso più volte ripetuto anche durante l’ultimo Festival di Sanremo – ha sempre goduto, nelle proprie scelte, della massima autonomia e libertà, che gli sono state riconosciute e garantite dalla Rai stessa, in nome della stima e della profonda fiducia, assolutamente mai venute meno”.

La nota di Usigrai

“Il possibile addio di Amadeus rischia di essere l’ennesimo duro colpo per la Rai. Una perdita che potrebbe avere gravi ripercussioni sugli ascolti e anche sui conti dell’azienda”.

Così si legge in una nota dell’esecutivo Usigrai, organizzazione sindacale rivolta ai giornalisti della Rai.

“Un probabile passaggio a una rete concorrente – purtroppo non il primo – che non può non preoccupare – prosegue il comunicato – riconducibile a un vertice (Ad e Dg) che ha occupato manu militari il servizio pubblico. Soprattutto perché, se per Fabio Fazio non c’é stata una responsabilità diretta di questo vertice (anche se nulla è stato fatto per trattenerlo), in questo caso pià fonti sostengono che la scelta dell’artista di lasciare la Rai non sia dettata da ragioni economiche, bensì dalla delusione rispetto all’impossibilità di innovarla. Sui giornali, inoltre, si legge di pressioni sul conduttore per far lavorare personaggi dello spettacolo vicini alla presidente del Consiglio. Un metodo che, se confermato, danneggerebbe fortemente la nostra azienda”.

“La Rai a guida Sergio-Rossi è attenta solo alle sollecitazioni della maggioranza di governo e dei partiti in genere. Tace di fronte a norme sulla par condicio, che rischiano di far fuggire altri telespettatori, e investe su costosissimi programmi flop”, ha concluso l’Usigrai.

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