Polonia, diritto all’aborto illegale: a parlare è Klementyna Suchanow, leader di Strajk Kobiet

di Alice Marchese


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Continuano le proteste in piazza in Polonia: adesso l’aborto è illegale. È entrata in vigore la contestata norma sull’aborto che lo vieta anche in caso di malformazione del feto. Stabilita da una sentenza della Corte Costituzionale lo scorso ottobre.
Da mesi ormai la Polonia è protagonista di movimenti contro un regime che prevede restrizioni che ledono la protezione sui diritti umani.

Si era pronunciata anche Kasia Smutniak, la celebre attrice, mostrando la sua indignazione e preoccupazione durante il programma Propaganda Live.

Ricordiamo inoltre copertina incisiva di Vogue Polonia con Anja Rubik per la tutela del medesimo diritto.

“La nostra lotta ha avviato una rivoluzione più importante di quella del 1989. I giovani, ma non solo, sono con noi. La società civile si dà strutture da Stato alternativo. Ma temo risposte repressive alle prossime manifestazioni nel weekend”.
Com’è riportato da Repubblica, a parlare è Klementyna Suchanow, leader insieme a Marta Lempart di Strajk Kobiet , il movimento femminile polacco che è tornato a manifestare mercoledì sera dopo l’entrata in vigore della contestata legge che limita il diritto all’aborto, garantito solamente in caso di stupro, incesto o pericolo per la vita della madre.

Come continuerà la lotta?
“Con proteste di strada pacifiche e una grande marcia domania a Varsavia”.

Il vostro slogan è “to jest wojna”, “questa è una guerra”: come vincerla?
“Con la mobilitazione e la determinazione della società. Non con giochi politici. Le opposizioni sono deboli e tacciono, non contano nulla. Non vogliono una separazione Chiesa-Stato. La vera opposizione è la società civile in piazza che segnala la fine dell’Homo sovieticus”.

Temete risposte repressive?
“Mercoledì la polizia sembrava impreparata: noi online abbiamo organizzato cortei in 47 città in sole due ore. Temiamo che schierino rinforzi da ovunque e anche la Gendarmeria nelle prossime ore”.

Il vicepremier e leader del partito Diritto e Giustizia, Jaroslaw Kaczynski, parlando alla messa in memoria della madre defunta, vi ha definito il Diavolo che attacca la Polonia come i nazisti nel ‘39 e il comunismo dopo il ‘45.
“Suona come una mobilitazione alla destra radicale. Può incitarla alla violenza per “difendere la Chiesa dal Diavolo”.

Come giudica la Chiesa?
“Sono privi di emozioni, alle spalle del governo e ben visti dall’ultradestra. Non stiamo parlando del Vaticano di Francesco, sono ben più estremisti e radicali”.

Aborto praticamente vietato in Polonia, leggi anti-lgbt in Ungheria…è una risposta dei sovranisti a Biden?
“Speriamo che Joe Biden e Kamala Harris giochino un importante ruolo per la nostra lotta per i diritti. Il governo polacco non sembra vedere di buon occhio la nuova Amministrazione Usa: era allineato con Trump, gli auguri a Biden si sono fatti attendere una settimana. L’agenda del presidente americano può aiutare lo Stato alternativo che abbiamo formato”.

Stato alternativo? Cosa intende?
“La gente si organizza da sola, resistendo pacificamente al potere e alle sue ossessioni. Lo Stato alternativo ha un consiglio per i diritti delle donne, organizzazioni d’aiuto alle donne in emergenza e alle minoranze, da Federa a Abortion without borders a Kobiety w sieci (donne nel web). La società civile lavora per prepararsi a una nuova Polonia. Occorre trovare gente capace di governare, non necessariamente cercando tra i ranghi delle opposizioni”.

Quanto rischiate di perdere la vostra “guerra”?
“Non abbiamo paura: il 95% della gente è informata, il 69% ci appoggia. Il cambiamento sta già avvenendo. Una rivoluzione non violenta si diffonde nell’animo collettivo, non ce la faranno a fermarla”.

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