Jada Pinkett Smith e l’alopecia, “sostenere chi soffre di questa malattia”

di Redazione


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“La cronaca che arriva dalla serata degli Oscar 2022 ha portato alla ribalta il tema di una malattia come l‘alopecia areata che provoca un importante impatto psicologico a chi vive una simile condizione e che deve spingere tutti a esprimere un chiaro e pubblico sostegno a chi ne soffre e a incentivare gli studi nel settore scardinando ogni forma di discriminazione”.

Così, in una nota, l’Istituto Helvetico Sanders. “Nel video pubblicato qualche mese sul suo profilo instagram, Jada Pinkett Smith ha raccontato della sua patologia, evidenziando un problema più frequente di quanto si immagini: l’alopecia areata, una condizione tricologica che può causare smarrimento, paura e preoccupazione per l’importante cambiamento estetico che ne deriva”, ha dichiarato la dottoressa Biancamaria Mancini, Responsabile Ricerca e Sviluppo dell’Istituto Helvetico Sanders realtà che da 35 anni si occupa del trattamento di tutte le principali problematiche dei capelli e del cuoio capelluto.

“Nel video, l’attrice, cantante e imprenditrice statunitense dichiara – si legge ancora nel comunicato – ‘Io e la mia alopecia diventeremo amiche’ il che sottolinea proprio il necessario processo di elaborazione della malattia per arrivare ad affrontare un tale cambiamento estetico”.

Will Smith e Jada Pinkett Smith.

Will Smith e Jada Pinkett Smith.

“Con questa patologia – ha proseguito la dott.ssa Mancini – i capelli subiscono un effluvium acuto, cadono repentinamente e simultaneamente ‘a chiazze’, in uno o più punti del cuoio capelluto. La causa più accreditata alla base della sua insorgenza è quella autoimmune-cellulomediata, per cui vengono colpite proprio le nuove radici in anagen (fase di crescita del capello) interrompendone la crescita e creando una o più aree glabre”.

“Sebbene di grande impatto estetico, l’alopecia areata- ha concluso l’istituto – può essere reversibile. Un’accurata analisi tricologica permetterà subito di distinguere un’alopecia areata dalla classica e più comune alopecia androgenetica, caratterizzata invece da un defluvium in telogen (fase di caduta) associato a un lento ma continuo peggioramento diffuso delle ricrescite (miniaturizzazione dell’anagen)”.

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