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Stefi Troguet è l’alpinista col rossetto

Questa è la storia di Stefi Troguet, un’atleta che si allena sulle montagna vicino casa. I Pirenei. Ella rompe le regole e dimostra con i fatti l’inconsistenza dei pregiudizi. Nel suo settore sportivo, è nota come “l’alpinista col rossetto”.

L’alpinista col rossetto

Stefi Troguet, ambassador Ferrino, scala con il rossetto rosso, diventato il suo segno di riconoscimento. Nel settore, è nota infatti come ‘l’alpinista col rossetto’.

Stefi Troguet ha 24 anni, si allena sulle montagne vicino a casa, i Pirenei, ma quando i sogni chiamano parte per il Nepal o il Pakistan. Ha già due Ottomila all’attivo, il Nanga Parbat e il Manaslu, conquistati nel 2019, neanche a dirlo indossando il suo rossetto rosso.

Le sue imprese sono all’insegna del women empowerment, così come il suo ultimo progetto: organizzare una cordata composta da sole donne. Magari tutte con il rossetto rosso.

La sua libertà

Ha raccontato a Vanity Fair l’importanza di questa sua libertà. “Molti la definiscono “libertà”, e mi sento di sottoscrivere. Quando sei in città, nella vita normale, devi sottostare a così tante regole imposte dalla società e da te stesso, che finisci per sentirti spesso quello che non sei e aggiungi sempre più stress e pressione. In montagna invece non ci sono differenze, ognuno è uguale e si vive in un mood positivo. E non è vero che “è un mondo a parte”: ogni cosa che impari in montagna puoi usarlo in città”.

In montagna è tutta un’altra storia

“È in montagna che impari a risolvere i problemi veri. Le difficoltà qui sono amplificate, autentiche. Non c’è tempo per perdersi in paranoie, sovrastrutture, è tutto più diretto ed immediato e secondo me dovrebbe essere così sempre. La montagna è una “polizia severa”, ma a volte mettiamo più regole di quelle che servono. Più semplicità per maggiore concretezza”.

Il significato del suo rossetto

“Vuole semplicemente esprimere il mio essere donna ed essere qui, anche in cima al Nanga Parbat. Fino all’inizio dell’800 non era possibile per le donne scalare le montagne e quelle che lo facevano erano contro le regole. Hanno dovuto lottare molto per affermarsi. E ora sono davvero molto contenta perché trovi ragazze in montagna un po’ ovunque e lo trovo molto importante: sono contenta di essere una di quelle”.

Le critiche per questo suo vezzo

Sì ha ricevuto critiche. “Purtroppo sì. Quando vado in montagna e mi vedono con il rossetto sulle labbra, mi dicono: “non puoi scalare, dove vai?”. Mi sottovalutano solo perché mi concedo di essere me stessa. Anche nella vita ti giudicano in modo troppo veloce, siamo circondati da pregiudizi che si legano ancora troppo all’aspetto fisico. Io voglio essere in montagna e ricordarmi che sono donna, così come voglio essere cittadina e farlo altrettanto. Non voglio sembrare un uomo solo perché sono in montagna. È un autoespressione. Il mio rossetto rosso è un piccolo gesto di ribellione se vuoi, o meglio, di rendere normale quello che non sembra normale”.