Zafferano, proprietà benefiche e controindicazioni

di Danila


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Lo zafferano, spezia ricavata da fiore di una pianta il cui nome botanico è Crocus Savitus, appartiene alla famiglia delle Iridacee e fiorisce durante i mesi invernali, soprattutto nei luoghi in cui il clima è generalmente molto piovoso. In Italia si coltiva soprattutto in Umbria, Sardegna, Marche e Abruzzo. Di questa spezia si utilizzano gli stimmi, che dopo la raccolta vengono essiccati e ridotti in polvere, così come lo ritroviamo al supermercato dentro quelle preziose bustine che hanno un prezzo decisamente alto, se confrontato con quello delle altre comuni spezie che utilizziamo in cucina.

Le proprietà benefiche dello zafferano

Il suo uso in cucina è ampiamente riconosciuto, ma probabilmente ciò che non sapete è che questa spezia viene, ma forse più esattamente veniva, anche utilizzata per scopi curativi. A quanto pare si tratterebbe di un antidepressivo naturale e secondo le popolazioni arabe avrebbe anche delle forti proprietà afrodisiache; il punto, in entrambi i casi, è che lo zafferano contiene particolari principi attivi che hanno decisamente effetti benefici sul nostro sistema nervoso. In alcuni vecchi libri di medicina risalenti all’antica Persia, a quanto pare, ritroviamo anche degli usi in connessione a determinati disturbi respiratori e come rimedio alle ulcere dello stomaco. Qualcuno, inoltre, ne decanta anche le sue proprietà antiossidanti.

Passando dalle proprietà benefiche alle proprietà nutrizionali, lo zafferano è composto da acqua, fibre ceneri, grassi, carboidrati e proteine, oltre che da vari minerali come calcio, sodio, fosforo, ferro, potassio, magnesio e manganese. Lo zafferano, inoltre, è particolarmente ricco di vitamina A, Vitamina C e varie Vitamine del gruppo B.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Lo zafferano, nonostante le sue proprietà benefiche nella medicina di oggi trova uno scarso utilizzo a causa della sua elevata tossicità: non a caso fin dall’antichità questa spezia veniva considerata anche un rimedio naturale abortivo, per cui l’assunzione, anche in piccolissime dosi, viene sconsigliata alle donne in stato di gravidanza e, in generale, ne viene sconsigliato un uso massiccio anche in cucina.

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