Tutto quello che c’è da sapere sulla meningite: contagio, sintomi, vaccino e profilassi

di Carmela Giglio


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La meningite è una malattia infettiva che può essere provocata da germi, batteri o virus che attaccano le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale. La meningite più grave e più preoccupante è sicuramente quella di origine batterica, dovuta principalmente ad emofilo di tipo B, pneumococco o meningococco. Le forme di meningite dovute a virus hanno invece un decorso generalmente benigno, in quanto si risolvono nell’arco di alcuni giorni e di solito non presentano conseguenze gravi per la persona colpita. Ma quali sono i sintomi, le modalità di trasmissione della malattia e le misure di profilassi per la meningite?
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Il contagio

La meningite si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni nasali, che possono essere disperse per via aerea, ad esempio mentre si parla o si tossisce. Affinché il contagio avvenga è però necessario stare a contatto molto stretto e prolungato con la persona infetta oppure trovarsi in ambienti molto chiusi o affollati.
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I sintomi della meningite

I sintomi tipici che segnalano una meningite in atto possono essere diversi: sonnolenza, mal di testa e cefalea, inappetenza, nausea e vomito, febbre alta, pallore; altri segnali tipici della meningite sono poi la rigidità della nuca, dei muscoli nucali e del collo, ma anche la rigidità della colonna vertebrale e quella della gamba. Talvolta, neppure agendo con una certa forza, è possibile piegare il mento del paziente sul proprio torace, per cui il soggetto affetto da meningite è costretto a rivolgere il collo all’indietro e a tenere il mento in alto.

Altri sintomi possono poi essere la comparsa di macchie rossastre o violacee sulla pelle, la diminuzione dello stato di coscienza e del battito cardiaco o episodi convulsivi. Nei neonati possono essere presenti pianto continuo, irritabilità e sonnolenza, scarso appetito e ingrossamento della testa. Ovviamente, alla comparsa dei sintomi iniziali è opportuno effettuare degli esami diagnostici per accertare la malattia: in genere, si esegue la puntura lombare, che prevede il prelevamento del liquor cerebrospinale o cefalo-rachidiano che circola nelle cavità dell’encefalo e del midollo spinale. Oltre alla puntura lombare con analisi del liquor vengono eseguiti alcuni esami del sangue ed il tampone nasale e faringeo per cercare di identificare il germe responsabile della malattia.
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Il vaccino contro la meningite

La vaccinazione è sicuramente la misura più efficace per la prevenzione della meningite di origine batterica. In particolare, esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco e altri vaccini contro l’emofilo di tipo B e contro lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco: è bene ricordare che alcuni vaccini per la meningite sono attualmente gratuiti per i cittadini italiani.

Attualmente è prevista anche la vaccinazione anti-meningococco C e il vaccino contro il meningococco B nei bambini molto piccoli, mentre è consigliato un richiamo con un vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente anti-meningococco è consigliato anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli. Inoltre il vaccino per la meningite è raccomandato ai soggetti adulti o anziani a rischio o affetti da alcune patologie, come per esempio la talassemia, il diabete, le immunodeficienze congenite o acquisite e così via. Il vaccino per la meningite è consigliato anche in alcuni casi a rischio, ad esempio adolescenti che vivono in collegi o che dormono in dormitori, caserme militari e a chiunque debba recarsi in Paesi esteri dove la meningite meningococcica è frequente. La vaccinazione negli adulti è dunque raccomandata solo se sono presenti i fattori di rischio o condizioni particolari. Rivolgersi sempre alla propria ASL, al pediatra o al proprio medico di base per tutte le informazioni a riguardo delle vaccinazioni per la meningite.
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Profilassi

Per la profilassi per la meningite è necessario prima identificare il batterio patogeno responsabile della meningit per poi scegliere le misure di profilassi più adeguate. Occorre, inoltre, identificare tutti coloro che hanno avuto contatti stretti e prolungati con il soggetto affetto da meningite già nei 10 giorni precedenti la data della diagnosi di malattia. In ogni caso, il trattamento per la cura e la profilassi della meningite deve essere tempestivo ed adeguato. Infine è opportuno ricordare che la meningite batterica viene trattata con una terapia antibiotica specifica, per cui l’identificazione precoce dell’agente patogeno causa della malattia è molto importante, sia per decidere la terapia antibiotica del paziente, sia per definire le misure di profilassi da adottare per i soggetti che sono stati a contatto con l’ammalato.

Leggi anche:

Meningite da meningococco B e C: l’emergenza non c’è ma è bene vaccinare

Vaccino contro la meningite: quando farlo, gli effetti collaterali e i rischi
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