Vaccino contro la meningite: quando farlo, gli effetti collaterali e i rischi

di Claudia Scorza


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La meningite è una malattia che colpisce le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale provocando un’infiammazione di esse. Questa patologia è causata da microorganismi che possono essere sia di tipo batterico che virale. La forma più comune è quella virale: di solito non ha gravi conseguenze e si risolve nel giro di una decina di giorni o poco più. La meningite batterica, invece, è la forma molto più seria e può avere conseguenze gravi e letali.

Tra gli agenti batterici responsabili dell’infiammazione, il più pericoloso è il meningococco declinato in vari ceppi; quello maggiormente responsabile dei numerosi episodi che si sono verificati negli ultimi anni, è stato il ceppo B con il 69% dei casi, seguito poi dal gruppo C con il 24%. La meningite da meningococco in Italia, infatti, colpisce parecchi bambini ed è quindi tra le malattie più gravi che affliggono il nostro Paese ogni anno. Sono solitamente più esposti i bambini sotto il primo anno di età, ma esistono casi di persone più grandi.

Uno degli aspetti peggiori della meningite è rappresentato dalla quasi totale assenza di preavviso, poichè quando si manifestano e riconoscono i primi sintomi ormai è quasi sempre troppo tardi per agire. Anche quando la diagnosi e l’intervento risultano immediati e il bambino sopravvive, le conseguenze della meningite sono il più delle volte molto gravi: si va da disabilità gravi dovute a danni neurologici consistenti, amputazioni parziali o totali di arti e sordità.

Il vaccino, ora come ora, risulta essere l’unico mezzo di prevenzione davvero efficace per evitare di contrarre la meningite e attualmente sono disponibili i vaccini contro la meningite di tipo B, di tipo C e il vaccino tetravalente antimeningococco A,C,W,135Y.

L’efficacia del vaccino contro la meningite è elevata, compresa tra il 92% e il 97%, e la vaccinazione è da effettuarsi sotto l’anno di età a partire dai due mesi di vita per quelli di tipo B e C, mentre per il vaccino tetravalente a partire dai 2 anni ai bambini che non hanno ancora effettuato il vaccino di tipo C o agli adolescenti tra i 12 e i 16 anni come richiamo della vaccinazione per la meningite C. Il vaccino viene effettuato attraverso un’iniezione intramuscolare che viene somministrata nei neonati solitamente nella coscia, mentre nei bambini più grandi e negli adulti nel deltoide.

In linea di massima questo vaccino è ben tollerato dal corpo, ma, come per tutti i vaccini, anche la vaccinazione contro la meningite può avere degli effetti collaterali e i più comuni possono essere gonfiore, rossore e dolore, della durata di circa un paio di giorni, nel punto dove è avvenuta l’iniezione. Esistono, poi, anche reazioni non molto frequenti come cefalea, febbre, nausea, sonnolenza e sensazione di malessere generale che passano nel giro di 2 o 3 giorni. Decisamente più rare sono le reazioni allergiche di diversa entità che possono arrivare anche allo shock anafilattico.

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