Salute

Tumore al colon, trovata una strategia per renderlo curabile

I ricercatori hanno studiato in laboratorio la condizione di eterogeneità molecolare come potenziale bersaglio su cui agire per trasformare i tumori freddi e refrattari al sistema immunitario in tumori caldi e in grado di rispondere all’immunoterapia.

Tumori, trovata strategia per curare il cancro al colon

“Abbiamo progettato esperimenti appositi, in topi di laboratorio nei quali è stato possibile riprodurre almeno in parte la malattia del tumore al colon osservata nei pazienti. Grazie all’uso di tecniche di biologia molecolare e di analisi bioinformatiche abbiamo scoperto come la porzione di cellule con un Mmr alterato possa attivare una risposta immunitaria efficace anche contro la controparte caratterizzata da un Mmr funzionante” ha affermato Giovanni Germano, ricercatore di Ifom, Università degli studi di Torino e Istituto di Candiolo Irccs e  autore dell’articolo accanto a Bardelli.

In cosa consiste il trattamento

“Seguendo questa intuizione abbiamo valutato l’efficacia della 6-Tioguanina, un farmaco già utilizzato nel trattamento di alcune leucemie, che è tossico solo per le cellule provviste di Mmr funzionante. Con soddisfazione abbiamo notato che il trattamento con 6-Tioguanina aumenta la frazione di cellule deficienti per Mmr e allo stesso tempo interferisce con la crescita di TUMORI eterogenei”. I dati emersi dallo studio pongono ora le basi per sfruttare l’eterogeneità tumorale in modo da incrementare la frazione di pazienti con cancro del COLON retto che possono potenzialmente beneficiare dell’immunoterapia” ha aggiunto il Dott. Germano.

Bardelli: “Ogni tumore ha un ecosistema diverso”

“La frazione di Crc che presenta eterogeneità – precisa Amodio – è al momento ancora oggetto di studio, ma si ritiene che riguardi un ridotto numero di pazienti. Questa frazione è destinata a crescere se si tengono in considerazione anche TUMORI la cui eterogeneità è dovuta agli effetti di terapie farmacologiche precedenti, come dimostrato di recente in uno studio clinico condotto dal nostro gruppo, pubblicato sulla rivista Cancer Discovery”. Il nuovo studio, “possibile grazie all’essenziale sostegno di Fondazione Airc, sottolinea l’importanza di comprendere a fondo l’ecosistema di ogni singolo tumore – conclude Bardelli – per poter comprendere quali siano le migliori opzioni terapeutiche utilizzabili. Seppur incoraggianti, i risultati ottenuti sono stati generati in animali di laboratorio e stiamo verificando se possano essere trasferiti a breve in clinica”.

Tumori freddi e caldi

In termini medici, si dice che il tumore diventa da “freddo” (quindi poco sensibile all’attività del sistema immunitario perché “impermeabile” ai linfociti) a “caldo”, ovvero con una maggiore presenza di cellule immunitarie che possono contribuire a eliminare le cellule maligne.

Tumore al colon

Le differenze tra tumori caldi e freddi

Per molte persone con diagnosi di  tumore con metastasi, l’immunoterapia rappresenta attualmente la strategia terapeutica più efficace per prolungare le aspettative di vita.  A livello biologico la distinzione tra tumore freddo e tumore caldo dipende dal fatto che la cellula tumorale presenti o meno difficoltà a riparare il Dna.  In una cellula tumorale così come nelle cellule sane avvengono continuamente lesioni al Dna. Se una cellula tumorale non è in grado di riparare il proprio genoma accumula tali mutazioni, segnalandosi involontariamente all’immunoterapia come bersaglio terapeutico. Se invece la cellula tumorale riesce a riparare gli errori del Dna, presenta poche mutazioni e diventa pertanto difficilmente intercettabile dal sistema immunitario, riuscendo ad eludere l’immunoterapia e garantendosi così la sopravvivenza a discapito dei pazienti.