Fomo, cos’è la sindrome che ha Victoria De Angelis dei Maneskin?

di Alice Marchese


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

 

Fomo sta per “fear of missing out” ed è la preoccupazione di essere tagliati fuori. A parlarne è Victoria De Angelis, la bassista dei Måneskin che soffre di questa paura. Si è raccontata senza filtri durante una recente intervista a Say waaad? su Radio Deejay.

Fomo: di cosa si tratta

“Devi sapere – ha detto De Angelis rivolgendosi al conduttore – che io ho la peggiore FoMo del mondo. Pure se sono stanchissima devo uscire ogni giorno, se no mi perdo qualcosa. Un giorno eravamo a New York e siamo rientrati in hotel all’1 di notte. Thomas (Raggi, chitarrista della band, ndr) mi chiede di uscire, ma io ero cotta. Ero a letto e alle 2 mi manda un messaggio: ‘Sono a casa di Madonna’. Mi ha fatto salire la Fomo”.

A spiegarlo è l’Istituto europeo dipendenze. “Il termine FoMO descrive la preoccupazione di essere ‘tagliati fuori'”. Per come la si intende oggi, la FoMO è strettamente connessa con la dipendenza da smartphone e nasce “da un bisogno relazionale del tutto umano: la necessità di sentirsi appartenere ad un gruppo che condivide determinate idee e mode, il bisogno di comunicare e di stare con l’altro all’interno di un ambito circoscritto, è un tratto che ci distingue”.

Leggi anche: Maneskin, il dramma di Victoria raccontato dalla nonna Elin

Fomo: Accademia della Crusca

A pronunciarsi a riguardo è anche l’Accademia della Crusca. “L’acronimo FoMO comincia a essere usato nei testi in lingua inglese già a partire dai primi anni del 2000, in riferimento non alla patologia come la intendiamo oggi, ma a una paura più generica legata all’impossibilità di partecipare a un qualsiasi evento”. Ed è di “questo tipo” di FoMO che soffre la bassista, secondo quanto detto nell’intervista in radio.

“Le prime occorrenze della parola si riferiscono, infatti, all’ansia di non poter andare a un festival, di non poter fare una maratona, di non poter far partecipare i propri figli alle attività sportive e formative tagliandoli fuori dalla comunità dei ragazzi, di non poter seguire una particolare moda, insomma a una qualsiasi ansia che riguardi l’estromissione sociale”.

Social accentuano l’ansia da estromissione

Solo “intorno al 2010 la parola FoMO comincia a essere impiegata anche nell’ambito scientifico della psicologia per riferirsi alla patologia dovuta alla dipendenza dalla tecnologia e dalla connessione sociale virtuale”. Continuano così dall’Accademia della Crusca. “Di certo i due significati non sono indipendenti, ma il secondo nasce per restrizione dal primo: in entrambi i casi l’ansia parte da un’estromissione sociale che, negli ultimi anni, è stata accentuata dal confronto costante che si ha con i post pubblicati sui social network”.

La reazione dei genitori: “Grazie”

Il fatto che la bassista dei Måneskin, romana del quartiere Monteverde, ne abbia parlato ha dato modo a tanti adolescenti di dare un nome a qualcosa che sentono dentro da tempo. “Grazie per averlo raccontato liberamente”, scrive una mamma sui social.

Leggi anche: Cos’è la sindrome di Ramsay Hunt che ha colpito Justin Bieber?

Dalla stessa categoria

Lascia un commento

Correlati Categoria

• Gavi, The Vaccine Alliance, ha completato l’assegnazione di quasi 200 milioni di dosi di vaccino a 35 paesi a basso reddito, con l’obiettivo di raggiungere milioni di bambini che non hanno ricevuto le vaccinazioni di routine fondamentali durante la pandemia di COVID-19. • Questa assegnazione segue la decisione del Consiglio di Amministrazione di Gavi, […]

Nell’ultima settimana, dall’11 al 17 luglio, l’Italia ha registrato 8.942 nuovi casi di Covid-19. Questo rappresenta un aumento del 62,5% rispetto alla settimana precedente. Il dato emerge dal Monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e del Ministero della Salute, evidenziando una preoccupante crescita della diffusione del virus. Nonostante l’incremento dei contagi, la situazione nei […]

In uno studio condotto dall’UC Berkeley, dalla Columbia University e da altre istituzioni, i ricercatori hanno scoperto che diverse marche importanti di tamponi contengono livelli tossici di metalli. I risultati dello studio I ricercatori hanno acquistato tamponi da grandi marchi dell’UE, del Regno Unito e degli Stati Uniti, secondo un comunicato stampa dell’UC Berkeley Public […]