Sono Ostetrica Coordinatrice della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Istituto Ostetrico Ginecologico “L. Mangiagalli” di Milano, e da quindici anni mi occupo con successo della rieducazione del pavimento pelvico. Lavoro inoltre sia presso il Centro Infertilità sia presso l’Ambulatorio di Rieducazione del Pavimento Pelvico. Sono anche la Referente Nazionale per le Ostetriche sulle problematiche relative a questa patologia e Docente presso il Corso di Laurea di Ostetricia dell’Università degli Studi di Milano.
La rieducazione del pavimento pelvico consiste in un insieme di tecniche informative, comportamentali e ausiliarie. Importante è partire dalla conoscenza dell’area perineale, cioè di quella struttura muscolare che chiude inferiormente il nostro corpo. In parole più semplici si tratta della parte del corpo femminile che ‘appoggiamo sulla sella della bicicletta’.
Stabilito ciò, è necessario capire le sue due funzioni base: contenitiva ed espulsiva. La prima consiste nel racchiudere gli organi addominali, la seconda è di apertura per il passaggio del neonato durante il parto.
La consapevolezza dell’esistenza del pavimento pelvico rappresenta il punto di partenza per sapere che possiamo curarlo, rinforzarlo e prevenire le sue disfunzioni
Tante: l’incontinenza urinaria, i gas/feci, il senso di peso, il prolasso, il dolore perineale, l’ipertono, la difficoltà ai rapporti, la vestibolite, ecc.
Le tecniche rieducative sono varie. Bisogna offrire alle pazienti terapie soprattutto educative e comportamentali che, a volte, sono sufficienti. Tra le terapie rieducative abbiamo la kinesi-terapia e le tecniche ausiliarie tra cui l’elettrostimolazione funzionale e il bio feedback, che si eseguono con apparecchiature dedicate.
Molte donne vengono a conoscenza del pavimento pelvico solo durante i corsi di preparazione alla nascita. Bisognerebbe invece partire con la conoscenza fin dall’adolescenza, sapere come gestirlo e avere un buon rapporto con questa parte del corpo. E’ sempre consigliata nel postpartum e durante tutte le fasi della vita della donna.
Durante il parto il passaggio del neonato distende i muscoli del pavimento pelvico e, molte volte, bisogna eseguire un’incisione che si chiama episiotomia. Dopo il parto è consigliato fare un ciclo di sedute di rieducazione proprio per tonificare il pavimento pelvico e prevenire le eventuali disfunzioni. In Francia questa prassi è addirittura obbligatoria!
Presso la Clinica Mangiagalli di Milano, dove lavoro, esiste da più di quindici anni un ambulatorio dedicato (ndr. Ambulatorio di Rieducazione del Pavimento Pelvico). Le gravide e le puerpere hanno entrata libera per una consulenza. In tutti gli altri casi si fissa un appuntamento con l’ambulatorio di uro-ginecologia e, su indicazione dell’uro-ginecologo, la paziente viene indirizzata verso una terapia farmacologica, chirurgica e/o rieducativa.
L’Ici-International Continence Society le ha riconosciute nel 1990.
Come struttura pubblica con un ambulatorio dedicato direi di sì, anche se altre realtà tipo l’Ospedale Buzzi, il Sacco, il San Carlo e la Macedonio Melloni offrono la possibilità di eseguire la rieducazione.
Ci sono pochi centri pubblici. Per esempio in Lombardia abbiamo Brescia, Cremona, Varese, Vigevano, poi ci sono Padova, Novara, Roma Tor Vergata, Isola Tiberina, Palermo, Catania, Napoli, ecc…
Assolutamente sì. E’ sempre consigliabile eseguire una serie di sedute rieducative perché mirano ad insegnare alla paziente l’utilizzo del pavimento pelvico, il suo funzionamento e la sua protezione post operatoria attraverso una serie di comportamenti ad hoc.
Variabile, a volte può bastare qualche seduta educativa/informativa. Altre volte c’è bisogno di un iter di rieducativo e, di solito, ci vogliono una decina di sedute. Naturalmente tutto dipende dalla disfunzione.
Magari… si realizzerebbe un mio desiderio!