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Parlare al bambino nel pancione è davvero inutile come dice uno studio?
“Inutile parlare al bimbo nel pancione perchè non sente le voci“: lo dice lo studio terminato proprio lo scorso marzo sull’udito fetale. Portato avanti dalla dottoressa Marisa Lopez-Teijón e dalla sua equipe, tale studio è stato presentato presso l’Istituto Karolinska e l’Università di Stoccolma. La dottoressa Teijón ha ricevuto anche il Premio Ig Nobel per la scoperta dell’udito fetale presso l’Università di Harvard.
Ma parlare al bambino nel pancione è davvero inutile come dice lo studio? L’osservazione è stata condotta su pazienti tra la 14sima e la 39sima settimana di gestazione e ha messo in evidenza che affinché il feto percepisca con la massima intensità il suono è necessario usare uno specifico dispositivo. Questo strumento, detto Babypod, emette onde sonore a 54 decibel, il livello medio di una conversazione.
In questo caso, il team di ricercatori ha osservato attraverso l’ecografia la reazione del feto nell’ascoltare la musica emessa per via addominale e vaginale: l’87% dei feti ha reagito con movimenti della testa e degli arti, della bocca e della lingua, gesti che cessano quando smettono di sentire la musica.
Inoltre, con la musica trasmessa per via vaginale, circa il 50% dei feti ha reagito con un movimento sorprendente, aprendo moltissimo le mascelle e tirando fuori completamente la lingua. Sistemando, invece, delle cuffie che emettono musica con un volume medio di 98,6 decibel sull’addome della donna in attesa non sono stati osservati cambiamenti nelle espressioni facciali del feto.
La dottoressa Teijón ha affermato “Con questo studio abbiamo dimostrato che i feti possono sentire dalla sedicesima settimana, quando misurano 11 centimetri, solo se il suono proviene dalla vagina. Il nascituro sente a malapena i rumori dall’esterno. Parlare alla pancia delle donne incinte è inutile“.
Crolla un mito, dunque, perchè i feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall’esterno, non percependo le voci attraverso il pancione. Percepiscono invece molto bene la musica, che avrebbe, pare, un’effetto positivo sul loro sistema cognitivo.
Molte mamme in attesa non vogliono crederci: per loro ogni azione, dalle carezze alla pancia alle chiacchiere col feto, sono parte fondamentale dell’endogestazione, ossia tutte quelle cure messe in atto durante i 9 mesi di gestazione. Parlare al feto mette già in comunicazione la madre in attesa con il nascituro, trasferendogli amore.
Anche se non sono mai stati riscontrati segnali certi che dimostrano che il feto reagisce in qualche modo alle voci esterne, anche se emesse avvicinando la bocca sulla pancia, le mamme in attesa considerano comunque questa pratica qualcosa di importantissimo. Non si tratta solo di una coccola, ma è un modo per iniziare a stabilire un contatto con il proprio feto. Chi, in fondo, può darci la certezza che non avvertano proprio nulla?
Di sicuro, un feto percepisce, come è anche stato studiato, tutte le emozioni e gli stati d’animo della madre. Questo significa che se una mamma parla con dolcezza al feto, anche se uditivamente non potrà percepire nettamente e chiaramente quel suono nè tanto meno l’intonazione o il significato, potrebbe però già avvertire le vibrazioni, negative o positive, trasmesse dalla madre mentre gli parla. Ecco perchè, se questa pratica fa stare bene, rilassa e fa sentire alla mamma che sta creando una buona connessione con il proprio bambino, non c’è alcun motivo per non farlo.
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