Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è caratterizzato da un livello di attenzione scarso, inadeguato per lo sviluppo, o da aspetti di iperattività e impulsività inappropriati all’età, o da entrambi. Si tratta di bambini con alti livelli di attivazione, i quali non possono stare fermi, sono irrequieti e impulsivi, parlano incessantemente e spesso ad alta voce.
Non dobbiamo fare l’errore di scambiare un bambino vivace per un bambino con ADHD. La differenza è sostanziale. L’ADHD è un disturbo di origine neuro-biologica che si esprime con uno stato persistente di agitazione psico-fisica, condizione psico-motoria che causa grave disagio al bambino stesso, oltre che ai suoi genitori. La vivacità è un tratto emotivo-caratteriale, spesso caratterizzato da impulsività e irruenza, ma sostanzialmente gestibile. Nei test standardizzati il bambino con ADHD cade, dimostrando prestazioni gravemente deficitarie nei compiti di attenzione, ad esempio. L’ADHD è un disturbo che si manifesta costantemente e in più ambiti (almeno due, casa e scuola, ad esempio).
Per porre diagnosi di ADHD il disturbo deve essere presente per almeno sei mesi e causare compromissione delle prestazioni scolastiche e sociali. Il disturbo, inoltre, deve manifestarsi prima dei 7 anni.
Perchè si parla di disattenzione e di iperattività? Le due cose sono sempre legate?
Il DSM-IV, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, elenca tre sottotipi di ADHD:
Così, un bambino può essere inquadrato in un disturbo caratterizzato da soli sintomi di disattenzione o da sintomi di iperattività e impulsività ma senza disattenzione (Rapoport J.L. e Ismond D.R., 2000).
Il ruolo della famiglia nel trattamento del bambino con ADHD è di fondamentale importanza, considerato il contesto educativo e relazionale nel quale il bambino vive.
Occorrerà prestare particolare attenzione a come i genitori vivono e si rappresentano il problema del figlio, bisognerà rivedere le attribuzioni dei genitori relative alle cause del comportamento problematico del bambino, occorrerà formarli nella gestione del figlio e aiutarli a ottenere una collaborazione da parte del bambino.
Spesso i genitori attribuiscono ai problemi del figlio quelle peculiarità comportamentali che sfuggono al loro controllo e si dovranno promuovere dei cambiamenti affinché i genitori arrivino a pensare che sono anche loro parte del problema del figlio e che è naturale fare degli errori. Una volta capito qual è il problema, è utile insegnare loro strategie educative e modalità di intervento al fine di evitare l’adozione, da parte del figlio, di comportamenti scorretti.
Le strategie educative più efficaci per affrontare i comportamenti problematici dei bambini con ADHD sono:
Il trattamento dell’ADHD è svolto da psicologi clinici specializzati nell’ambito. Implica un impegno di almeno due sedute a settimana (di 50 min) nel quale il clinico propone delle attività mirate al potenziamento delle funzioni cognitive deficitarie (attenzione sostenuta, attenzione divisa, memoria di lavoro, controllo degli impulsi, monitoraggio, metacognizione) integrate ad un percorso di educazione socio-affettiva. Sebbene i risultati sano visibili sin da subito, si consiglia di proseguire il trattamento per almeno un anno.
Il parent training è stato suggerito come una via per migliorare il funzionamento di bambini con ADHD insegnando ai genitori a riconoscere l’importanza delle relazioni con i coetanei, ad insegnare, in modo naturale e quando ve ne è il bisogno, le abilità sociali e di crescita, ad acquisire un ruolo attivo nell’organizzazione della vita sociale del bambino, e a facilitare l’accordo fra adulti nell’ambiente in cui il bambino si trova a vivere (insegnanti e altri educatori). Di seguito verranno presentati due programmi molto accreditati di parent training. Gli obiettivi del parent training sono i seguenti:
Su territorio italiano è possibile rivolgersi a Centri Pubblici e Privati. Il nostro centro (www.centroamamente.it) opera a Milano e si rivolge a bambini in età prescolare e scolare e alle loro famiglie, integrando nel lavoro di abilitazione, un approccio creativo e motivante.
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