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Cosa fare se tuo figlio non vuole fare la pupù nel vasino?

Fa la  pipì nel vasino ma quando deve fare la pupù chiede il pannolino, altrimenti se la fa addosso. Come comportarsi se vostro figlio  quando si tratta della  cacca vi chiede di mettergli il pannolino, altrimenti non la  fa o se la fa addosso? Vediamo alcuni consigli su come cercare di risolvere il problema.

Potrebbe essere un problema psicologico

Se il bambino fa da tempo la pipì nel vasino, il suo non è un problema medico di controllo degli sfinteri, che dopo i tre anni, salvo eccezioni, è raggiunto, ma potrebbe essere un segnale di un disagio di tipo psicologico che il bambino sta lanciando ai suoi genitori” dice la psicologa Rosanna Schiralli.


Gelosia per la nascita del fratellino

Uno dei motivi di disagio potrebbe essere ad esempio la nascita di un fratellino, che ha fatto percepire al ‘grande’ il pericolo di perdere una posizione di supremazia di cui fino a quel momento godeva. Ecco allora che è portato inconsciamente a imitare quel che fa il più piccolo, quasi a voler dire: “Se tutti dedicano attenzioni a lui e gli mettono il pannolino, me lo faccio mettere pure io così rivolgono attenzioni anche a me”. E’ ovvio che si tratta di un pensiero inconscio tipico dei bambini per esprimere le loro emozioni attraverso ‘linguaggi’ come la pipì, il cibo, il sonno o, appunto, la popò.


La paura di crescere

Spesso dietro certi comportamenti c’è una paura di crescere, una voglia di rimanere piccoli. “Una voglia indotta quasi sempre dal genitore, in particolare dalla mamma che, anche se razionalmente vorrebbe che il bambino superasse certe difficoltà, nel suo intimo ha paura che il figlio cresca, non riesce a trattarlo come un bambino più grande, ad esempio gli dà ancora biberon, lo imbocca per mangiare. Ecco che il figlio, percependo con le sue antennine sensibilissime la paura materna, cerca di obbedire al suo desiderio” spiega la psicologa.

 

Come ci si deve comportare?

  • Ciò che è sicuro è che non bisogna  forzare il bambino a sedersi sul vasino.
  • Non sgridare il bambino, non insistere a volerlo far sedere a tutti i costi sul vasino per fare pupù: si creerebbe un braccio di ferro che provocherebbe una chiusura maggiore da parte sua.
  • Se chiede il vasino lo si asseconda, almeno per un po’, tentando contemporaneamente le altre strategie.
  • Trattarlo ‘da grande’ anche su altri fronti. Mentre si ‘lavora’ sul problema popò, bisogna cercare di perseguire anche altri obiettivi di autonomia, ad esempio farlo mangiare o vestire da solo, farlo dormire nel suo lettino, per fargli capire che crescere è una conquista di cui non si deve aver paura e soprattutto che la mamma ha fiducia nelle sue capacità di fare cose da grande.

 

Il gioco dell’orsetto

Trasferire il ‘problema’ sul piano del gioco inscenando  con il bambino un gioco, ad esempio,  in cui i personaggi sono una famiglia di orsetti o bambolotti e l’orsetto ‘figlio’ non vuole fare la cacca nel vasino ma chiede sempre il pannolino; poi un bel giorno incontra l’orsetto saggio che lo convince a superare il suo ostacolo e la sua paura e tutti fanno una bella festa. Ognuno ovviamente può inventare la storia come più gli piace, l’importante è non fare mai riferimento al bambino con frasi del tipo “guarda, fa proprio come te”, altrimenti si sente puntare il dito contro.


Fare il “funerale” al pannolino

Fare il ‘funerale’ del pannolino. E’ una strategia che funziona anche con altri oggetti, come il ciuccio o il biberon: si prende una scatola, ci si mette dentro il pannolino, la si chiude con un nastro colorato, ci si fa un bel disegno sopra e gli si dà l’addio, fermo restando che è sempre lì e non glielo tocca nessuno. I riti solenni piacciono tanto ai bambini e spesso sortiscono effetti insperati.

Elogiare il bambino per gli obiettivi raggiunti

Elogiarlo per ogni obiettivo raggiunto. Ogni successo, anche parziale, va sottolineato come un’importante conquista. La prima volta che riesce a far la cacca nel vasino, ci si complimenta con lui, si va insieme vicino al water per buttarla, si tira insieme lo scarico. Il bambino deve percepire la condivisione emotiva di certi momenti, che per lui sono traguardi enormi.

Il consiglio di un esperto

Chiedere consiglio ad un esperto se il problema non passa. Se dopo un paio di settimane il problema non si risolve, è bene chiedere consiglio ad uno psicologo, che, analizzando certe dinamiche familiari, potrà aiutare a decodificare il comportamento del bambino e individuare il giusto approccio per aiutarlo a superare il suo disagio in breve tempo