Tutto quello che c’è da sapere sul cerchiaggio in gravidanza

di cinziaR


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Quando si è dolce attesa i controlli da fare possono riguardare il feto che cresce o lo stato di salute della gestante durante tutta la gravidanza.

Uno di questi controlli in gravidanza concerne i cambiamenti dell’utero durante la gestazione e, in questo caso, se si riscontrano anomalie si può ricorrere ad una piccola operazione chirurgica che scongiura il rischio di complicanze come la gravidanza pretermine: il cerchiaggio cervicale. Ma di cosa si tratta esattamente? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul cerchiaggio in gravidanza.

In cosa consiste il cerchiaggio cervicale in gravidanza?

Il cerchiaggio cervicale è una operazione chirurgica nella quale si applica una sutur o benderella sul collo dell’utero per contenere la gravidanza in utero e prevenire il parto pretermine. Il cerchiaggio si pratica quando si presenta una cosiddetta incompetenza cervicale.

Si tratta, in pratica, di scollare un po’ di mucosa dal collo uterino per passarle intorno una fettuccia larga circa mezzo centimetro, fatta in materiale non assorbibile e anallergico, da legare infine con un nodo stretto al fine di mantenere ben chiusa la cervice.

L‘intervento di cerchiaggio in gravidanza dura solo pochi minuti e viene effettuato in anestesia generale. La fettuccia verrà poi rimossa senza bisogno di anestesia in prossimità del termine della gravidanza o quando cominciano a comparire le prime contrazioni del travaglio. Di norma, il cerchiaggio viene effettuato per via vaginale; solo in casi di pregresse problematiche può essere fatto per via transaddominale o con tecnica laparoscopica.

Quando fare il cerchiaggio?

Il cerchiaggio in gravidanza può essere fatto a scopo preventivo o terapeutico ed è comunque una decisione che riguarda il personale medico. A scopo preventivo esso viene programmato se la gestante ha avuto almeno due aborti o parti prematuri causati da incontinenza cervicale e, in genere, viene effettuato tra la 13ma e le 16ma settimana di gestazione.

Il cerchiaggio terapeutico, detto anche “a caldo” o d’urgenza, si fa invece quando compare qualche segno di incompetenza uterina come il raccorciamento del collo dell’utero o il cosiddetto funneling.

Che cosa sono raccorciamento dell’utero e funneling?

La cervice uterina, di norma, dovrebbe misurare 3 cm circa e comunque mai meno di 2,5 cm. In caso di raccorciamento dell’utero, nel corso dei normali controlli ecografici, se il ginecologo riscontra una lunghezza inferiore a 2,5 cm con eventuale rischio per il feto, può effettuare il cerchiaggio.

Si verifica il funneling, invece, quando, l’interno del collo dell’utero anziché avere, come in condizioni normali, la forma di un cilindro lungo e stretto, va ad assume una forma a calice conico: la parte superiore, quella vicino al bebè, si dilata, mentre quella inferiore resta sì ben chiusa, ma solo per pochi millimetri, con la conseguenza che col passare delle settimane l’utero non regge alla pressione esercitata dal peso crescente del bebè.

Riposo dopo il cerchiaggio in gravidanza

Dopo aver fatto il cerchiaggio la donna resta in ospedale per qualche giorno e le viene prescritta una terapia antibiotica per almeno una settimana allo scopo di scongiurare il rischio di infezioni. Qualcuno usa anche farmaci tocolitici per evitare l’attività contrattile uterina, ma quasi sempre il riposo è sufficiente. Una volta tornata a casa, infatti, anche se non è necessario il riposo assoluto a letto (salvo diversa indicazione del medico), la gestante dovrà comunque condurre una vita più tranquilla, evitando gli sforzi e i rapporti sessuali, almeno nei primi tempi. Con il cerchiaggio, inoltre, i controlli ginecologici sono più assidui e in generale la gestazione viene considerata a rischio, quindi è necessario restare a casa dal lavoro dopo l’intervento di cerchiaggio.

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