Vittorio De Sica, biografia, carriera, vita privata, Oscar, mogli, figli

di Redazione


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Vittorio De Sica

Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica, conosciuto come Vittorio De Sica, nasce a Sora, il 7 luglio del 1901. Muore il 13 novembre del 1974, all’età di 73 anni, a Neuilly-sur-Seine, in Francia. Nel 1914 la famiglia si trasferisce a Napoli, per poi andare a Firenze allo scoppio della prima guerra mondiale e stabilirsi in seguito in modo definitivo a Roma.

Vittorio inizia ad esibirsi come attore dilettante a 15 anni. Ottiene un piccolo ruolo in un film muto diretto da Alfredo De Antoni, “Il processo Clémenceau” del 1917. Dopo essersi diplomato in Ragioneria, esordisce in teatro nel 1923 e rimane per due anni con la compagnia drammatica di Tatiana Pavlova.

Passa poi al teatro “leggero sentimentale” e, nella primavera del 1925 è secondo attore brillante nella compagnia di Italia Almirante, celebre diva del muto. Viene scritturato nel 1927 nella compagnia di Luigi Almirante, Sergio Tofano e Giuditta Rissone. Quando la compagnia si scioglie, nel 1929, De Sica e Giuditta Rissone, cui è legato sentimentalmente, passano alla compagnia “Artisti Associati”.

De Sica conosce l’attore livornese Umberto Melnati, con cui forma un duo di successo a livello nazionale. Ottengono scritture per una serie di dischi e di trasmissioni radiofoniche, come coppia comica. Intanto De Sica continua a calcare la scena teatrale con molto impegno, anche in seguito alla notorietà trovata nel mondo del cinema.

Terminato il sodalizio con Melnati, nel 1940 De Sica e Giuditta Rissone (diventati marito e moglie nel 1937) formano una nuova compagnia insieme a Sergio Tofano.

Nell’immediato dopoguerra, quando inizia a essere celebre anche come regista cinematografico, insieme a Paolo Stoppa e a Vivi Gioi dal 1944 porta in scena anche drammi di notevole valore. La sua ultima apparizione sul palco è del 1949, poiché poi inizia ad essere sempre più assorbito da impegni cinematografici e televisivi.

Vittorio De Sica attore cinematografico

Diventa uno dei divi più richiesti alla fine degli anni Venti, grazie a commedie garbate e gradevoli. Inizia anche a lavorare come regista, continuando comunque a recitare. Appare in un centinaio di pellicole, vincendo nel 1948 un Nastro d’Argento. Nei primi anni Cinquanta ottiene molto successo in alcune pellicole accanto a Gina Lollobrigida: “Altri tempi – Zibaldone n. 1” (1952), nell’episodio Il processo di Frine;  “Pane, amore e fantasia” (1953), dove interpretava l’esuberante maresciallo Carotenuto.

Quest’ultimo ottiene un enorme successo, così come i tre sequel: “Pane, amore e gelosia” del 1954, “Pane, amore e… del 1955” con Sophia Loren e “Pane, amore e Andalusia” del 1958. Sempre nel 1958 affianca di nuovo la Lollobrigida in “Anna di Brooklyn”. Da citare anche la sua interpretazione al fianco di Totò in “I due marescialli”.

Vittorio De Sica

Vittorio De Sica

De Sica ebbe un rapporto proficuo con Alberto Sordi, che tenta di lanciare nel 1951, producendo e dirigendo anonimamente “Mamma mia, che impressione!”. I due recitano in diversi film, come  “Il conte Max“, “Il moralista” e “Il vigile“. Il più famoso è probabilmente “Un italiano in America”, diretto dallo stesso Sordi nel 1967.

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Intense anche le interpretazioni drammatiche, come per “Il generale Della Rovere” di Roberto Rossellini e “Addio alle armi” di Charles Vidor. Nella parte finale della sua carriera interpreta ruoli secondari in film anche molto lontani dalla sua immagine, come nel caso di “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!” di Paul Morrissey del 1974.

Film da regista

L’esordio da regista di Vittorio De Sica avviene nel 1939, con la commedia “Rose scarlatte“. Fino al 1942 firma la regia di commedie misurate e garbate. Dopo un film a carattere religioso, “La porta del cielo” del 1944, lavora a quattro grandi capolavori: “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano“(1951) e “Umberto D.” (1952). I primi due ottengono l’Oscar al miglior film in lingua straniera e il Nastro d’argento per la migliore regia.

Seguono altri film importanti: “L’oro di Napoli” (1954), “Il tetto” (1956), “La ciociara” del 1960 (che vale l’Oscar a Sophia Loren come migliore attrice). Da ricordare anche “Ieri, oggi e domani” con Marcello Mastroianni, “Matrimonio all’italiana” del 1964 e “I girasoli”.

Nel 1972 ottiene un nuovo Premio Oscar con la trasposizione filmica del romanzo di Giorgio Bassani “Il giardino dei Finzi Contini“. L’ultimo film che dirige è la riduzione di una novella di Luigi Pirandello, “Il viaggio” (1974).

Musica e televisione

Vittorio De Sica incide alcuni classici della canzone napoletana e partecipa anche come autore a un Festival di Napoli. Anche in televisione è molto attivo, sebbene non amasse molto la tv. Partecipa a molti programmi italiani e americani di intrattenimento leggero, come “Il Musichiere“, “Studio Uno“, “Colonna Sonora”, “Sabato Sera con Corrado”, “Delia Scala Story”, “Stasera Gina Lollobrigifa”, “Canzonissima” e “Adesso Musica“. Sono tutti programmi andati in onda negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta. Nel 1971 dirige due documentari.

Vita privata di Vittorio De Sica, mogli, figli

Nell’immediato dopoguerra, Vittorio De Sica è un assiduo frequentatore del Casinò Municipale del Castello di Rivoli. Non nasconde mai la sua passione per il gioco ma, anzi, la riporta in molto dei suoi personaggi cinematografici.

La prima moglie di Vittorio De Sica è Giuditta Rissone: si sposano nel 1937, nella chiesa di Borgo San Pietro ad Asti, ma si sono conosciuti dieci anni prima. Dal loro legame nasce la figlia Emilia (1938-2021).

Nel 1942, sul set del film “Un garibaldino al convento”, conosce l’attrice catalana María Mercader e insieme vanno a convivere. Dopo il divorzio dalla Rissone, ottenuto in Messico nel 1954, sposa Mercader nel 1959, sempre in Messico, ma l’unione non viene riconosciuta dalla legge italiana.

Ottiene nel 1968 la cittadinanza francese e sposa María Mercader a Parigi. Nel frattempo, dalla loro relazione nascono due figli: Manuel (1949-2014), musicista, e Christian De Sica (1951). Seppur divorziato, De Sica non rinuncia alla sua prima famiglia.

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Vittorio De Sica muore il 13 novembre del 1974, all’età di 73 anni, in seguito a un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni,  all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, a Parigi. Nello stesso anno, Ettore Scola gli dedica il suo capolavoro “C’eravamo tanto amati”.

Durante un’intervista a “Le invasioni barbariche“, il figlio Christian ricorda che il fatto che il padre Vittorio fosse comunista, unito alle vicende matrimoniali, gli impedì di ricevere funerali fastosi. Secondo Carlo Lizzani, in realtà, era una “tranquillo conservatore“. Vittorio De Sica è sepolto nel cimitero monumentale del Verano, a Roma.

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