Lucio Corsi, chi è il cantautore visionario che ha riportato a Sanremo la chitarra e il mito di Wandrè

di Redazione
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Durante la finale del Festival di Sanremo, Lucio Corsi ha catturato l’attenzione non solo per la sua performance, ma anche per lo strumento che ha portato sul palco.

Il cantautore toscano ha suonato una chitarra dal design futuristico, caratterizzata da linee sinuose e colori audaci: la Rock Oval, un modello iconico creato dal liutaio Antonio Vandrè Pioli, meglio conosciuto come Wandrè.

Questo strumento, prodotto tra il 1957 e il 1968, è un vero pezzo di storia della liuteria italiana ed è stato utilizzato da artisti di fama internazionale come Bob Dylan e Frank Zappa. La Rock Oval utilizzata da Corsi non appartiene al cantautore, ma gli è stata concessa in prestito dai “Partigiani di Wandrè“, un collettivo che si dedica alla conservazione e alla diffusione dell’eredità artistica del liutaio emiliano attraverso mostre, seminari e prestiti di strumenti a musicisti selezionati.

Corsi ha scoperto le chitarre di Wandrè durante un concerto tributo a Ivan Graziani. Affascinato dall’estetica glam e psichedelica dello strumento, ha trovato nella Rock Oval un complemento perfetto per il suo immaginario artistico.

Sanremo è stato quindi l’occasione ideale per riportare l’opera innovativa di Wandrè sotto i riflettori, facendo conoscere a un vasto pubblico la sua visione unica della chitarra come “scultura sonora”.

Chi è Lucio Corsi: il cantautore visionario

Lucio Corsi, nato nel 1993 a Vetulonia, in provincia di Grosseto, è un cantautore visionario che fonde folk, rock e glam in uno stile unico. Cresciuto in un piccolo borgo toscano, ha iniziato la sua carriera ispirato dal film The Blues Brothers, distinguendosi per la sua poetica onirica e il suo look anni ’70.

Il suo percorso musicale prende il via con l’EP “Vetulonia Dakar” (2014), seguito da “Altalena Boy” (2015), che lo consacrano come una delle voci più originali della scena indipendente italiana.

Tra i suoi album più celebri spiccano “Bestiario Musicale” (2017), in cui racconta storie di animali e personaggi fiabeschi, e “Cosa faremo da grandi?” (2020), un disco che esplora temi esistenziali con testi evocativi e sonorità raffinate. Il suo universo artistico è fortemente teatrale e visivo, richiamando il glam rock di David Bowie e Marc Bolan.

La passione per il vintage e la sperimentazione emerge non solo nella musica, ma anche nella scelta degli strumenti. L’uso della Rock Oval di Wandrè a Sanremo è stata una dichiarazione d’intenti: un tributo alla storia della liuteria italiana e un segno distintivo della sua estetica.

Sul palco dell’Ariston, Corsi ha presentato “Volevo essere un duro”, un brano che riflette su come sia normale diventare qualcosa di diverso dai propri sogni iniziali. Una performance che ha confermato il suo talento nel coniugare tradizione e avanguardia in un mix originale e affascinante.

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