Emanuele Crialese: “Sono stata una donna”, il racconto del regista

di Manuela Zanni


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L’immensità è il titolo del film con cui il regista Emanuele Crialese  è tornato in gara alla Mostra del Cinema di Venezia. La trama riguarda la storia di una transizione da donna a uomo. Scopriamo, di seguito, di cosa si tratta.

La trama di Immensità

Si tratta di una storia autobiografica, come ha raccontato lo stesso regista in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Mi riguarda molto da vicino. Ma non è un film sulla transizione e sul coming out, sarebbe disinformazione. Io poi sono sempre stato out. È un film fortemente autobiografico».

Chi è Emanuele Crialese

Il regista è nato come Emanuela ed è diventato Emanuele. Il suo alter ego è Luana Giuliani che, ricorda Valerio Cappelli, è all’esordio davanti alla macchina da presa. «È il film che inseguo da sempre, il più desiderato; è sempre stato “il mio prossimo progetto”, un’esplorazione, un viaggio nella memoria. Ora sono pronto. Se l’avessi fatto prima sarebbe stato palloso e didascalico, un poveraccio che usa la crisi di genere».

La dichiarazione di Crialese: “È stata una rinascita”

Per questo Crialese ha «aspettato per avere consapevolezza di me e del linguaggio del cinema. Si racconta una storia quando si è capaci di esprimersi. Una rinascita. Ecco, ero pronto a rinascere». Poi rivela che sul passaporto «per cambiare la a con la e, ho dovuto lasciare un pezzo del mio corpo, il pegno che mi ha chiesto la società, sennò non avrei potuto cambiare nei documenti. Non c’è film che non sia autobiografico. Si raccontano le proprie ossessioni e passioni. Da Terraferma a Nuovomondo, faccio film sulle migrazioni, sulle transizioni anche da un luogo all’altro. C’è trasfigurazione, non giro documentari, è la mia esperienza di vita. Il cuore del film è la libertà, come si possa cambiare, come l’identità sia un fatto relazionale».

Emanuele Crialese

Emanuele Crialese

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Per quanto riguarda le discriminazioni, infine, secondo il regista «i bambini in questo sono grandi maestri, sanno usare le nuove parole, penso a gender fluid, e ci dicono che maschio e femmina sono categorie. Noi siamo quelli che siamo, esseri umani prima che definiti sessualmente. Ma bisogna sostenere le famiglie e non lasciarle sole come è stata mia madre all’epoca. Voglio dire una cosa politica, questo Paese sta cambiando, siamo impauriti, tutto si può fare tranne avere coraggio».

La trama del film “L’Immensità”

Il film è ambientato a Roma, anni 70,  come una foto in bianco e nero  che ha come sfondo  quartieri in costruzione, lotte e conquiste sociali e modelli di famiglia che oggi non esistono più. Al centro della storia  Clara e Felice, una coppia che si è appena trasferita in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito perché hanno smesso di amarsi ma non riescono a lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12 anni ed assorbe come una spugna  attentissima gli stati d’animo di Clara e delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana non si identifica nel proprio nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un uomo e ciò compromette il già fragile equilibrio familiare portandolo ad un punto di rottura. Mentre i figli  crescono aspettando di conoscere la retta via da intraprendere, tutto cambia intorno e dentro di loro.

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