Questo oggetto in casa contiene PIU’ BATTERI di un WC PUBBLICO, ma non è in bagno | “Un lazzaretto”: i biologi rivelano la scomoda verità

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Donna pulisce casa_(Depositphotos.com)_Donnaclick

Non immagineresti mai quale oggetto, tra le tue mani ogni giorno, supera perfino un WC pubblico in carica batterica.

Pensavi che il bagno fosse il luogo più sporco della casa? Ti sbagliavi di grosso. Gli esperti oggi ci mettono in guardia da un altro ambiente, apparentemente innocuo, ma in realtà molto più contaminato: la cucina. Quello che usiamo ogni giorno per nutrirci è spesso un focolaio di batteri.

Non serve un microscopio per accorgersene: basta osservare le nostre abitudini. Residui di cibo, umidità, oggetti mai disinfettati: la combinazione perfetta per far proliferare muffe e microorganismi pericolosi. Eppure, sono in pochi a rendersene conto davvero.

Un esperto ha analizzato la situazione e i risultati sono stati sconcertanti. Il biologo nutrizionista Simone Gabrielli, in un recente video per Cookist, ha messo nero su bianco i 5 oggetti più contaminati della cucina. Alcuni sono insospettabili. Uno, addirittura, viaggia sempre con noi.

Prima di svelarli, è utile ricordare una cosa: la pulizia superficiale spesso non basta. L’igiene reale dipende dalla frequenza con cui igienizziamo (o sostituiamo) certi utensili e dispositivi che usiamo tutti i giorni. Ecco la classifica.

I cinque oggetti più sporchi della cucina

Nella classifica degli oggetti più contaminati della cucina, al quinto posto troviamo il microonde, spesso trascurato nelle pulizie quotidiane. Gli schizzi di sugo e i residui di cibo incrostati sulle pareti interne diventano un perfetto terreno fertile per la proliferazione batterica. Eppure, basterebbe pulirlo regolarmente dopo ogni utilizzo per evitare questo rischio. Subito sopra, al quarto posto, c’è il frigorifero: un insospettabile. Anche se il freddo rallenta lo sviluppo dei batteri, non li elimina del tutto. Anzi, esistono ceppi di batteri psicrofili che prosperano proprio a basse temperature, colonizzando ripiani e cassetti se non vengono disinfettati con costanza. Al terzo posto, invece, c’è il tagliere, un altro utensile cruciale ma troppo spesso sottovalutato. Che sia in legno o in plastica, ogni materiale presenta delle criticità: il legno è poroso e tende ad assorbire i liquidi, ma ha proprietà antibatteriche naturali; la plastica, al contrario, se graffiata, può rilasciare microplastiche. La scelta più sicura? I modelli in acciaio o polietilene, igienici, durevoli e facilmente sanificabili.

Eppure è salendo ai primi due posti che la situazione diventa preoccupante. Al secondo posto c’è un oggetto che usiamo ogni giorno: la spugna per i piatti. Umida, porosa, sempre a contatto con residui organici, è il paradiso dei batteri. Secondo gli esperti, può contenere una carica batterica superiore a quella di un WC pubblico. Eppure, nella maggior parte delle case, viene sostituita solo quando ormai cade a pezzi. Il consiglio degli igienisti è chiaro: cambiarla ogni due settimane, massimo un mese. E al primo posto, in cima alla lista degli oggetti più contaminati, c’è lui: lo smartphone. Lo portiamo ovunque – in cucina, in bagno, a letto – e lo maneggiamo in continuazione, anche mentre cuciniamo. Il problema? Non lo puliamo quasi mai. Secondo il biologo nutrizionista Simone Gabrielli, è il vero “lazzaretto” domestico, ricoperto da una pellicola invisibile di batteri che ci segue ovunque.

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Spugna piatti_(Depositphotos.com)_Donnaclick

Igiene domestica: una questione di consapevolezza

Questi dati non servono a creare allarmismo, ma consapevolezza. Non si tratta di sterilizzare tutto, ma di cambiare abitudini: lavare lo smartphone con una salvietta disinfettante, pulire spesso il microonde, usare taglieri in materiali sicuri, sostituire la spugna regolarmente.

In casa nostra, l’igiene dipende da noi. La buona notizia è che basta poco per ridurre drasticamente il rischio di contaminazioni. Il primo passo? Sapere dove si nascondono i nemici invisibili. E, ora che lo sai, non hai più scuse.