Allarme Citrobacter, che cos’è il batterio killer che ha infettato tre neonati a Verona: sintomi e trattamento

di Redazione


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Paura a Verona per il batterio che ha infettato tre neonati prematuri presso l’ospedale Borgo Trento. I neonati sono risultati positivi agli screening e il reparto di terapia intensiva neonatale sabato sera è stato chiuso in via precauzionale.

Fortunatamente i bimbi non hanno sviluppato patologie mortali, ma l’episodio ha destato molta preoccupazione e ha ricordato quanto accaduto nel 2020 quando il batterio killer portò alla morte 4 bambini, rendendone disabili altri sei.

Questo nuovo episodio ha portato all’attenzione del pubblico la pericolosità di questo batterio, che, se non gestito correttamente, può causare gravi complicazioni, soprattutto nei soggetti più vulnerabili come i neonati.

Citrobacter cos’è e sintomi dell’infezione

Si tratta di un genere di batteri appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae, che include anche altri batteri come Escherichia coli e Salmonella. Questi batteri sono generalmente presenti nell’ambiente e possono colonizzare il tratto intestinale degli esseri umani e di altri animali. Tuttavia, alcune specie di Citrobacter (C. freundii, C. koseri e C. braakii.), possono causare gravi infezioni specialmente in individui con un sistema immunitario indebolito, come neonati, anziani o persone con malattie croniche.

L’infezione da Citrobacter può manifestarsi in diversi modi, a seconda del sito dell’infezione e delle condizioni del paziente. Nei neonati, i sintomi possono includere:

  • Febbre alta;
  • Letargia o irritabilità;
  • Problemi respiratori;
  • Convulsioni;
  • Alterazioni nella nutrizione;
  • Ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi).

Nei casi più gravi, il Citrobacter può causare meningite, una grave infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, che può portare a danni neurologici permanenti o addirittura alla morte.

Come si diffonde?

Il Citrobacter si trasmette principalmente attraverso il contatto con superfici o oggetti contaminati, o attraverso l’assunzione di cibi o bevande infetti. Negli ospedali, il rischio di infezione è maggiore a causa della presenza di pazienti vulnerabili e dell’uso di attrezzature mediche che possono essere contaminate. I neonati in terapia intensiva sono particolarmente a rischio, in quanto spesso vengono sottoposti a procedure invasive e hanno un sistema immunitario non ancora sviluppato.

Come ha ribadito l’Istituto superiore di sanità (Iss), il contagio può essere determinato da alimenti e oggetti contaminati, da persona a persona e da madre a figlio, durante il parto. La diffusione può essere causata anche dal contatto con operatori sanitari che non hanno seguito le normali procedure di igiene e sanificazione.

Trattamento e prevenzione

Il trattamento dell’infezione da Citrobacter dipende dalla gravità dell’infezione e dalla resistenza agli antibiotici. In generale, l’approccio include l’uso di antibiotici mirati.

Tuttavia, alcune specie di Citrobacter sono resistenti a più antibiotici, il che rende più difficile il trattamento. I medici devono, pertanto, effettuare test di sensibilità agli antibiotici per determinare quale farmaco sia più efficace.

Per i pazienti con sintomi gravi possono essere realizzate terapie di supporto, come la ventilazione meccanica per problemi respiratori o fluidi per stabilizzare l’equilibrio idrico ed elettrolitico. In alcuni casi possono essere necessari interventi chirurgici per rimuovere tessuti infetti o drenare raccolte di pus.

Per ridurre il rischio di infezione da Citrobacter la prevenzione è fondamentale, soprattuo negli ambienti ospedalieri.

Tra le principali misure preventive ricordiamo:

  • Igiene delle mani (lavare regolarmente le mani con acqua e sapone o con disinfettanti a base di alcol per prevenire la trasmissione dei batteri);
  • Sanificazione degli ambienti (gli ospedali devono garantire un’adeguata sanificazione delle superfici e delle attrezzature mediche);
  • Isolamento dei pazienti infetti per prevenire la diffusione del batterio;
  • Sorveglianza epidemiologica (monitorare l’incidenza delle infezioni nosocomiali può aiutare a identificare e affrontare rapidamente eventuali focolai).

L’infezione da Citrobacter è una minaccia seria, soprattutto per i neonati e altri pazienti vulnerabili. La comprensione dei sintomi, dei metodi di trasmissione e delle strategie di trattamento è essenziale per gestire efficacemente questa situazione e prevenire ulteriori complicazioni.

Foto da Depositphotos.com

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