Dopo una pausa di quasi due anni, Ilaria D’Amico torna in Tv alla guida del programma “Che c’è di nuovo”, il nuovo format incentrato su politica e attualità, ideato da Alessandro Sortino e in onda su RAI 2 il giovedì alle 21:20.
Da sempre legata al giornalismo sportivo Ilaria D’Amico torna al suo primo amore, la politica, con quello che è stato definito un vero e proprio “talent sulle idee”.
L’obiettivo è ambizioso: raccontare con garbo e intelligenza il mondo che cambia, senza le urla e gli schiamazzi dei classici talk show televisivi e spaziando dai fatti più importanti e controversi a quelli meno battuti, ma altrettanto meritevoli di essere letti e spiegati.
A raccontarceli saranno i reportage e le inchieste, ma anche le interviste a intellettuali o a gente comune e infine i monologhi in cui emergeranno le esperienze dirette dei personaggi, sulla falsariga dei Ted Talks.
Il tutto sapientemente guidato dall’affascinante conduttrice e portato all’attenzione di una giura di esperti, composta da 4 ospiti fissi, Francesco Giubilei, Gerardo Greco, Valentina Petrini e Stefano Zurlo, che come in un talent show avranno il compito di discutere e giudicare i temi di ciascuna puntata.
La prima puntata non si scorda mai, ma l’esordio di ieri è sicuramente da dimenticare.
La trasmissione non ha infatti ottenuto il successo sperato, ottenendo un magro 2.2% di share e solo 349.000 spettatori, contro il 7,2% e i 1.031.000 spettatori della trasmissione Dritto e Rovescio di Paolo Del Debbio su Rete4, il 5.9% di share e gli 838.000 spettatori di Piazza Pulita di Corrado Formigli su La7 e superata anche da Only Fun – Comico Show su Nove con il 2,8% e i 506000 spettatori.
La conduttrice non sembra però essere turbata. Nei giorni scorsi aveva detto ai giornalisti: “Non sono preoccupata degli ascolti, ma di fare una bella trasmissione. È difficile che un programma d’informazione faccia subito alti risultati. C’è una prima fase in cui bisogna seminare ed una seconda per far crescere la trasmissione. Il mio primo obiettivo è incuriosire e sperimentare con un racconto diverso, che intercetti il cambiamento che stiamo vivendo”.