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Lo spot di Amica Chips con la patatina al posto dell’ostia è blasfemo? Polemiche
Fa discutere lo spot pubblicitario del noto marchio di patatine Amica Chips, finito nel mirino delle polemiche per una campagna giudicata da molti “blasfema”. Nel breve video di 30 secondi, ideato dall’agenzia Lorenzo Marini Group, si vedono alcune suore in fila davanti all’altare, dove una di loro, a corto di ostie, decide di mettere al loro posto delle patatine Amica Chips nel tabernacolo.
L’Aiart denuncia la “blasfemia” e la mancanza di rispetto
Quando la prima suora riceve la “comunione”, sgrana gli occhi sentendo il tipico rumore croccante delle patatine. Un’associazione azzardata che non è piaciuta per nulla a tanti. L’Aiart, associazione di telespettatori cattolici, ha pubblicato una dura nota definendo il messaggio pubblicitario “penoso” e parlando di “blasfemia” e di “offesa alla sensibilità religiosa dei fedeli”. Per il presidente Giovanni Baggio si tratta di “mancanza di rispetto e di creatività” oltre che del tentativo di “risollevare le sorti di un’azienda in difficoltà ricorrendo alla blasfemia”. Da qui la segnalazione dello spot all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria per violazione del codice etico.
Le reazioni sui social e la minaccia di boicottaggio
Anche sui social si sono scatenate polemiche, con commenti molto duri contro lo spot giudicato irrispettoso. C’è chi parla già di boicottaggio nei confronti di Amica Chips e chi, come il senatore Simone Pillon, critica duramente la scelta di “sfottere la religione cristiana per fare soldi”.
Il dibattito sui limiti della satira religiosa
Una polemica che si inserisce nel solco del dibattito sui limiti della satira religiosa e della libertà di espressione pubblicitaria. Secondo i detrattori dello spot si tratta di un chiaro caso di blasfemia fine a se stessa, che non ha altri obiettivi se non quello di generare scalpore. Ma c’è anche chi difende la campagna pubblicitaria, sostenendo che non aveva alcuna intenzione denigratoria e che si trattava semplicemente di humor provocatorio, accostando l’esperienza spirituale della comunione a quella più materiale e terrena di gustare uno snack.
Saranno ora l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e le autorità competenti a valutare se ci sono stati effettivamente gli estremi per una violazione delle norme sulla corretta comunicazione commerciale. Nel frattempo Amica Chips non ha ancora commentato ufficialmente le polemiche, anche se la direzione marketing starebbe valutando la possibilità di ritirare o modificare la discussa campagna pubblicitaria.