Samira Sabzian, l’ex sposa bambina impiccata all’alba in Iran. Era in carcere da 10 anni

di Redazione Fast News


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Questa mattina all’alba, Samira Sabzian, l’ex sposa bambina che ha trascorso anni dietro le sbarre in Iran per avere ucciso il marito, è stata giustiziata. La triste notizia è stata riportata dall’organizzazione norvegese “Iran Human Rights”.

Il Presidente dell’Ong Mahmood Amiry-Moghaddam su X ha denunciato la condanna come un atto compiuto da un regime incompetente e corrotto, che si mantiene attraverso la violenza e il terrore: “La Repubblica islamica ha impiccato oggi Samira Sabzian con il mondo intero come testimone. Samira è stata vittima di anni di apartheid di genere, matrimoni infantili e violenze domestiche, e oggi è stata vittima della macchina omicida di un regime incompetente e corrotto. Un regime che si è sostenuto unicamente uccidendo e instillando paura”.

“Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le vittime di questa macchina di morte”

Amiry-Moghaddam ha esortato Ali Khamenei e gli altri leader iraniani a rispondere di questo crimine, sottolineando la vulnerabilità di Samira: “Ali Khamenei e gli altri leader della Repubblica islamica devono rispondere di questo crimine. Come altre vittime della macchina esecutiva del regime, Samira era tra i membri più vulnerabili della società e non aveva voce. Una campagna di una settimana non è stata sufficiente a salvarla. Dobbiamo lottare ogni giorno per salvare le migliaia di altre persone in fila per essere vittime della macchina di morte, al fine di preservare la sopravvivenza del regime”.

Secondo fonti di Iran Human Rights, Samira è stata giustiziata nel carcere di Qeezel Hesar a Karaj. L’esecuzione di Samira Sabzian inizialmente prevista per mercoledì 13 dicembre 2013, era stata rinviata di una settimana, anche sull’onda della reazione da parte della società civile.

La donna, data in sposa a soli 15 anni, è stata vittima di violenza domestica per anni prima di essere incarcerata per avere ucciso il marito nel 2013. Fonti di Iran Human Rights riferiscono che Samira ha trascorso circa 10 anni in carcere, privata persino del diritto di visitare i suoi due figli, con i quali ha avuto un ultimo toccante incontro poco prima della sua esecuzione.

L’attivista iraniana Mozhgan Keshavarz, compagna di cella di Samira, ha riportato la sua testimonianza sulle sofferenze subite in carcere, evidenziando le difficoltà legate all’accesso ai figli.

Quest’ultimo atto di giustizia capitale si aggiunge a una serie di esecuzioni di donne in Iran, che secondo Iran Human Rights hanno raggiunto quota 18 quest’anno. Amnesty International Italia ha denunciato la pratica dei matrimoni precoci in Iran, sottolineando l’assenza di protezioni per le donne vittime di violenza domestica, che vengono poi condannate a morte quando si ribellano. La violazione dei diritti umani e delle leggi internazionali da parte dell’Iran continua a sollevare preoccupazioni e critiche a livello globale.

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