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Giulia uccisa a coltellate, la sorella a Impagnatiello: “Hai premeditato la loro morte”

Il processo per l’omicidio di Giulia Tramontano è iniziato ieri, giovedì 18 gennaio, presso il Tribunale di Milano. Sul banco degli imputati siede Alessandro Impagnatiello, 30enne ex fidanzato della donna, accusato di aver ucciso a coltellate Giulia, che era incinta di 7 mesi del loro figlio Thiago. I fatti risalgono al 27 maggio scorso, quando il corpo di Giulia venne ritrovato nella sua abitazione di Senago, nel milanese, con 37 ferite da arma da taglio. Fin da subito i sospetti si concentrarono su Impagnatiello, con cui la donna aveva avuto una tormentata relazione durata oltre 2 anni, fatta di continue liti e violenze psicologiche.

L’imputato chiede scusa, rabbia dei familiari

Durante la prima udienza di ieri, l’imputato ha cercato di chiedere “scusa” parlando di un “gesto inspiegabile e disumano”, suscitando però la rabbia e lo sdegno dei familiari della vittima, in particolare della sorella Chiara, che insieme al padre Franco ha lasciato l’aula. Poco dopo, con un post sui social, la donna si è rivolta direttamente all’ex cognato: “Effimero tentativo di insinuare un blackout di ‘una notte’. La tua crudeltà e disumanità si sono protratte per 6 mesi in cui hai avvelenato mia sorella e mio nipote, premeditando la loro morte. Puoi averlo dimenticato tu o i tuoi consiglieri, non io”.

La sorella Chiara sui social: “La tua crudeltà si è protratta per mesi”

Parole durissime, che testimoniano tutto il dolore e la rabbia della famiglia Tramontano, parte civile nel processo e decisa a chiedere la condanna all’ergastolo per Impagnatiello, puntando sull’aggravante della premeditazione. “Non hai diritto a pronunciare, invocare o pensare a Giulia e Thiago – ha scritto ancora Chiara rivolta all’imputato -. Dopo averli uccisi barbaramente meriti di svegliarti ogni giorno in galera ripensando a ciò che hai fatto e provando ribrezzo per te stesso”.

La difesa punterà a far cadere l’accusa di premeditazione

La difesa di Impagnatiello punterà invece a far cadere l’accusa di premeditazione, descrivendo il duplice omicidio come il gesto improvviso di un uomo fuori controllo, alterato da alcol e droghe assunte quella sera. Ma per i familiari della povera Giulia non ci sono giustificazioni che tengano. “Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura” ha concluso Chiara Tramontano.