Donne e gender gap, l’imprenditrice Marcella Cannariato: “Investire in cultura, formazione e innovazione, un paese che non lo fa non è libero”

di Redazione


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“La determinazione è l’unico modo per andare avanti. Bisogna sapere dove si vuole arrivare. E gli obiettivi si raggiungono studiando e formandosi continuamente. Ho scelto di circondarmi di donne. Per tutte noi il lavoro è strumento di riscatto. Ma le donne, soprattutto le madri, hanno bisogno di supporto da parte delle istituzioni, ad esempio con asili nido gratuiti e scuole aperte tutto l’anno”.

Lo ha detto nel corso di una lunga intervista rilasciata a SiciliaFan.it Marcella Cannariato, imprenditrice palermitana, inserita nel 2019 da Forbes tra le 100 donne leader italiane.

Componente del Comitato Impresa Donna del ministero delle Imprese e del Made in Italy, da sempre sensibile e attenta in tema di diritti delle donne, Cannariato è la referente Sicilia della Fondazione Marisa Bellisario, impegnata per la riduzione del gender gap con progetti sul lavoro e l’imprenditoria, le politiche di welfare e il contrasto alla violenza di genere.

Marcella Cannariato è stata anche consulente dell’ex ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti. Di quel periodo ricorda “l’incontro con le micro e medie imprese, tantissime guidate da donne”. E l’aver compreso che “esistono due ‘Italie’, una che va dal Sud a Roma e una oltre Roma. Salvando il Sud si salva l’Italia intera. Restare al Sud per un imprenditore è un vero atto d’amore: perché al Sud è tutto più difficile”.

Quali le motivazioni? “Tante, – ha spiegato – in primis la mancanza di infrastrutture, strade e ferrovie adeguate. Da bambina già sentivo parlare del ponte sullo Stretto, ancora non è stato realizzato, al momento solo promesse”.

Poi, il tema delle sfide che le donne devono attualmente affrontare: “Innanzitutto la rivoluzione 4.0 per la quale siamo impreparate. I dati statistici ci dicono che le donne studiano con risultati migliori rispetto agli uomini. Si laureano, partecipano a master, ma poi non lavorano e restano a casa.

Non posso pensare che non abbiano curricula adatti, è impossibile che non ci siano donne valide o preparate quanto e più degli uomini. E le aziende, nel non assumere le donne, disattendono ancora la legge”.

Parità di genere, è difficile parlarne non cadendo nella solita retorica. Come si raggiunge? La risposta arriva senza esitazione: “Bisogna iniziare a pensare che le donne devono occuparsi anche della famiglia. Lo Stato deve intervenire con politiche adeguate. Bisogna avere cuore e permettere alle donne di vivere la maternità senza rinunciare al lavoro. Ma non solo: una buona politica deve liberare i giovani dall’incubo del precariato. La scuola e l’università devono diventare luoghi essenziali di formazione. Chi non ha cultura o ignora rischia di dipendere dal malaffare, o seguire percorsi sbagliati. Bisogna investire in cultura, formazione e innovazione. Un paese che non lo fa non è un paese libero”.

Liberare le donne dalle maglie di una cultura che le ritiene ancora inferiori agli uomini. E liberarle da ogni forma di violenza, fisica, psicologica, economica. Intanto, in Italia, i femminicidi sono quasi all’ordine del giorno.

Per Marcella Cannariato “è necessario fare una rivoluzione antropologica e culturale. Antropologica per far comprendere che le donne hanno il loro ruolo nella società, e culturale perché il femminicidio è diventato un problema anche degli uomini, i quali non sono più in grado di gestire relazioni sane con le donne”.

Quando avremo la piena parità tra uomini e donne? “Forse tra 100 anni. Prima o poi la raggiungeremo, – ha concluso Cannariato – ma le donne devono continuare a studiare e lavorare. Con più donne preparate e più lavoratrici la società cambierà in meglio. C’è una evoluzione in corso, ma è un processo lento, non immediato. Serve una rivoluzione di pensiero che deve riguardare tutti. Sfruttamento, disparità e femminicidio sono segnali di una pericolosa subcultura. E se ne deve parlare nelle scuole e alle donne, per sostenerle ad affrontare il futuro”.

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