Si oppose alla guerra di Putin: condannata a oltre 8 anni giornalista russa

di Redazione


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La giustizia russa ha emesso una dura sentenza nei confronti di Marina Ovsyannikova, la giornalista diventata celebre per aver esposto in diretta tv un cartello contro l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un tribunale di Mosca l’ha condannata in contumacia a 8 anni e 6 mesi di reclusione con l’accusa di aver diffuso false informazioni sulle forze armate russe. La procura aveva chiesto per lei 9 anni e mezzo di carcere.

Condannata a oltre 8 anni la giornalista russa Ovsyannikova dopo il blitz in tv contro la guerra

La vicenda risale allo scorso marzo, quando Marina Ovsyannikova, allora dipendente del Primo Canale della tv di Stato russa, fece irruzione durante il telegiornale serale esponendo un cartello con la scritta “No alla guerra. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo”. Il suo plateale gesto di protesta contro l’aggressione militare ordinata da Vladimir Putin fece il giro del mondo. Dopo un breve fermo, la donna fu rilasciata e successivamente posta agli arresti domiciliari, dai quali è però riuscita a fuggire nell’ottobre 2022. Da allora la Ovsyannikova si trova in fuga, probabilmente “sotto la protezione di uno dei Paesi europei”, come affermato dal suo avvocato. Secondo alcune fonti si nasconderebbe in Francia. La sua fuga le è costata la condanna in contumacia emessa in queste ore dal tribunale moscovita.

La richiesta della procura e la sentenza: la “vendetta” del Cremlino

Oltre agli 8 anni e 6 mesi di carcere, alla giornalista sono stati comminati il divieto di gestire siti web per 4 anni dopo la scarcerazione e una multa di 100.000 rubli. La Ovsyannikova è stata inoltre inserita nella lista dei ricercati internazionali di Mosca. La durezza della sentenza ha suscitato proteste e preoccupazione da parte delle organizzazioni per la libertà di stampa. Amnesty International l’ha definita “scioccante”, mentre l’ONG Reporter Senza Frontiere ha parlato di “vendetta politica” da parte del Cremlino.

L’impegno pacifista della giornalista

Marina Ovsyannikova si è distinta per il suo impegno pacifista fin dall’inizio della guerra in Ucraina. Dopo il blitz televisivo, ha continuato la sua protesta partecipando a manifestazioni contro il conflitto, nonostante le minacce e le intimidazioni subite. Una condanna che appare come una chiara risposta del potere russo nei confronti di quanti osano mettere in discussione la narrazione ufficiale sull'”operazione militare speciale”.

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