Nell’aula della Corte d’Assise di Venezia, continua il processo a carico di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Oggi, il pm Andrea Petroni terrà la sua requisitoria, delineando i dettagli del delitto avvenuto l’11 novembre dello scorso anno. Le parti civili rappresentano il padre, i fratelli, la nonna e lo zio della vittima. […]
Stupro di Catania, il fidanzato costretto a vedere la violenza sulla 13enne: “Erano almeno 13”
La città di Catania continua ad scossa dal fatto di cronaca che ha scatenato indignazione in tutta Italia ed ha sollevato interrogativi sul tema della sicurezza e dell’assistenza sociale. Sette giovani di origini egiziane sono stati indagati in relazione a un atto di violenza sessuale che ha visto vittima una ragazza di appena 13 anni nei giardini di Villa Bellini il 30 gennaio scorso. Tra i sette, tre si trovano attualmente in carcere, inclusi due minorenni e un diciottenne. Ora però, secondo le dichiarazioni del fidanzato, spunta l’ipotesi che il gruppo coinvolto possa essere stato più ampio.
La Terribile notte della ragazzina
La vittima, con coraggio e una maturità che va ben oltre la sua età, ha descritto la serata di terrore: «Tremavo come una bambina, ero terrorizzata». Una serata che ha preso una piega oscura quando un presunto video ricatto è stato mostrato alla coppia, un video che catturava momenti intimi tra i due ragazzi, usato per costringerli in una situazione ancor più pericolosa. Anche il fidanzato diciassettenne della giovane ha ricostruito la dinamica dell’evento per le forze dell’ordine: circondati e minacciati dai loro aggressori, ha descritto la presenza di “dodici, tredici” persone che assistevano o partecipavano all’atto di violenza. Il Messaggero riporta il racconto del ragazzo, che include il dettaglio di un video mostrato come avvertimento prima che la situazione degenerasse.
“Ero terrorizzata”
La vittima ha dimostrato una tenacia e una volontà di collaborazione che hanno permesso agli investigatori di fare rapidi progressi nell’indagine. Nonostante il trauma, ha rifiutato l’idea di una vendetta personale, scegliendo la via della legge e indicando solo i colpevoli di cui era in grado di ricordare i volti. “Ero terrorizzata, impanicata”, ha raccontato ai carabinieri, eppure ha avuto la forza di denunciare l’accaduto descrivendo gli aggressori.
Il resto del branco stava a guardare
Gli inquirenti hanno tracciato la sequenza degli eventi, descrivendo come il gruppo di giovani, tutti adolescenti tra i 15 e i 19 anni, ha sorpreso i due fidanzati vicino ai bagni pubblici del parco. Inizialmente respinti con offerte di denaro e oggetti elettronici, i due ragazzi si sono trovati rapidamente senza scampo, con la giovane vittima abusata sessualmente a turno dai due minorenni mentre il resto del branco assisteva o impediva al fidanzato d’intervenire.
Assedio mediatico di alcuni giornalisti
In una nota diffusa ieri sera, una realtà che ospita minori stranieri non accompagnati, tra cui due dei ragazzi coinvolti, ha espresso la difficoltà di proteggere l’incolumità e la privacy dei minori a seguito dell’aggressione mediatica subita da troupe giornalistiche. “Ieri sera siamo stati costretti a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine: sul pianerottolo di una delle nostre comunità, che ospita minori stranieri non accompagnati, si sono presentate troupe giornalistiche che sono entrate nel palazzo e hanno insistentemente cercato di parlare con i nostri operatori e con i cittadini catanesi residenti nello stesso edificio”. Lo scrive, in una nota, una delle realtà da cui provenivano due dei ragazzi coinvolti. “Non è la prima visita di questo tipo ricevuta ieri nelle nostre strutture – sottolinea la nota della comunità – abbiamo rispetto della stampa e dei giornalisti e, lo ribadiamo, quello che è successo alla Villa Bellini di Catania è una tragedia che sconvolge ogni comunità di accoglienza di questa città. Ma dobbiamo proteggere, nostro malgrado anche dalle telecamere, i minori che ospitiamo e che nulla hanno a che fare con i fatti di cronaca di questi giorni. La tutela loro e dei loro diritti è il nostro compito”.