Ragazza stuprata da 7 ragazzi davanti al fidanzato: via alla convalida degli arresti

di Redazione


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Sono iniziate le udienze di convalida dei fermi dei sette egiziani indagati per la violenza sessuale di gruppo a una 13enne nella Villa Bellini di Catania. Alcune si tengono su piattaforme online, altre in presenza. Davanti al Palazzo di giustizia sono stati esposti due striscioni: ‘Femminestorie’, ‘Sham officine coordinamento contro la violenza e contro il femminicidio’ ‘Fright diritti senza confini’.

Procura chiede custodia cautelare per gli indagati della violenza a Catania

Il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Anna Trinchillo hanno chiesto la convalida del provvedimento e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro degli indagati e degli arresti domiciliari per il quinto che, durante le prime fasi delle indagini, ha collaborato all’identificazione del ‘branco’ che avrebbe partecipato alle violenze. Sempre oggi saranno sentiti anche i tre minorenni. Anche se uno degli arrestati ha compiuto da poco 18 anni. Al momento hanno tutti avvocati d’ufficio.

L’appello per un’educazione all’affettività contro la violenza sessuale

“Siamo di fronte alle conseguenze della totale mancanza di educazione all’affettività. E qui veniamo al punto dolente: occorre intervenire non solo a livello repressivo, ma anche e soprattutto a quello preventivo. Intendendo per prevenzione proprio un’educazione all’affettività sia da parte delle famiglie, sia delle scuole e dei servizi sociali”. Lo spiega la procuratrice dei minori di Palermo, Claudia Caramanna, in un’intervista a La Stampa dove commenta l’ultimo caso di violenza sessuale su una ragazzina di 13 anni a Catania, avvenuto a distanza di sei mesi dallo stupro di Palermo. “Ci sono molte analogie tra i due episodi di violenza – prosegue -. A partire dal fatto che il comune denominatore è il totale spregio dell’altro, la totale mancanza di rispetto di una ragazza che non viene considerata come un essere umano, ma come un oggetto, come una cosa. Assistiamo a una totale assenza di empatia da parte degli aggressori”.

La premier Meloni esprime solidarietà alla giovane vittima a Catania

Nella sua visita lampo a Catania, per visitare la 3Sun Gigafactory Enel e partecipare alla Festa della Santa Patrona, la premier Giorgia Meloni, sabato pomeriggio, ha voluto ricordare anche la ragazza di 13 anni vittima dello stupro di gruppo. “Mi colpisce particolarmente il fatto che proprio nel giorno in cui si celebra una giovanissima martire della tradizione cristiana, si debba vedere un’altra giovanissima vittima della violenza sessuale”, ha detto Meloni. “Mentre venivo qui ho letto una notizia di cronaca che mi ha molto colpito. Riguarda una giovane ragazza di 13 anni, nuovamente vittima di una violenza di gruppo. Mi colpisce particolarmente il fatto che proprio nel giorno in cui si celebra una giovanissima martire della tradizione cristiana, si debba vedere un’altra giovanissima vittima della violenza sessuale. E voglio dirlo per esprimere la mia solidarietà a lei e alla famiglia, al fidanzato, per dire che lo Stato ci sarà e che lo Stato garantirà che sarà fatta giustizia. Scusate la digressione ma mi ha colpito questa notizia”.

Il sindaco di Catania condanna la violenza e riflette sul contesto culturale

“È stata una violenza commessa nei confronti dell’intera città. Tutti ci siamo sentiti violentati per quello che hanno fatto a questa ragazza”, dice il sindaco di Catania, Enrico Trantino, al quotidiano La Sicilia, sulla violenza sessuale di gruppo aggravata a una 13enne nei bagni pubblici dei giardini comunali della Villa Bellini. “Lungi da me fare un discorso xenofobo – aggiunge – quindi stiamo attenti a dosare le parole. Leggevo però che in Egitto ci sono stati inasprimenti di pene per reati di violenze sessuali, determinati dal dilagare di questi fenomeni caratterizzati da un’arretratezza culturale di molti che attribuiscono la colpa alle stesse ragazze, le quali, avendo abbandonato i costumi di un tempo, vestono più succinte e provocano i maschi. Emerge quindi una condizione di repressione e frustrazione sessuale. Io non ne ho mai fatto una questione di Stato di provenienza e comprendo anche la condizione di malessere di chi migra dall’Africa. Ma nessuno deve permettersi di violare la legge e di commettere atti così nefandi”.

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