Beatrice Venezi: “Io come Mia Martini, stimo Giorgia Meloni”

di Redazione


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“È un bel match. Ma credo che sia più imperdonabile essere conservatori”. Con questa frase ad effetto la direttrice d’orchestra Beatrice Venezi ha accesso un vivace dibattito che va ben oltre la musica, toccando tematiche politiche e di genere. Le sue dichiarazioni sono contenute in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove la Venezi si autodefinisce “voce fuori dal coro”.

Voci fuori dal coro: un programma che celebra le pioniere

Un’etichetta che trova riscontro nel suo nuovo programma su RaiPlay e RaiPlay Sound, “Voci fuori dal coro”, in cui vengono messe in luce le vite di otto compositrici che hanno infranto gli schemi contribuendo in modo significativo alla storia della musica. “Ogni donna che ci accompagnerà in questo viaggio è una donna senza il cui contributo, io oggi forse non potrei salire sul podio”, afferma la Venezi.

Femminismo pragmatico, non ideologico

Nell’intervista non mancano momenti polemici, in particolare sulle critiche ricevute per le sue posizioni non allineate ad un “femminismo ortodosso”. Rispetto all’accusa di volersi far chiamare con nomi maschili come “direttore” o “maestro”, la direttrice d’orchestra sorride e replica piccata: “Il femminismo dovrebbe essere una questione concreta, non ideologica, a sostegno delle istanze femminili. Invece è banalmente legato alle dispute lessicali”.

Meccanismo Mia Martini: critiche feroci sulla competenza

E ancora, sulle feroci critiche alla sua competenza tecnica, accusa un vero e proprio “meccanismo Mia Martini“, teso a distruggere il nemico attaccandone le capacità. “Ma penso che se c’è questo accanimento nei miei confronti, in definitiva mi temono”, chiosa la Venezi.

“Stimo Giorgia Meloni”

Nell’intervista si affronta anche il suo discusso rapporto con la politica e in particolare con Giorgia Meloni, della quale dice di stimarla “innanzitutto come persona” fin da prima della sua ascesa, negando però qualunque legame diretto. Una posizione ribadita anche sulla recente consulenza offerta al ministro Sangiuliano, di cui dice: “Il mio ruolo è sensibilizzare la politica sulle problematiche di un settore lasciato in autogestione per decenni”. Dichiarazioni destinate a far discutere, tra critiche feroci e attestati di stima per una donna che non ha mai nascosto la sua indole battagliera e controcorrente, ora ulteriormente ribadita con l’etichetta di “voce fuori dal coro”.

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