Fedez allo psicologo: “Ho paura di morire”, gli audio in lacrime

di Manuela Zanni


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Del potere della condivisione Fedez e Chiara Ferragni  hanno fatto un vero e proprio stile di vita. Grazie alla possibilità di parlare di argomenti spesso considerati tabù, infatti, la coppia più social del momento è riuscita spesso ad aiutare chi ne ha più bisogno, dal reparto di terapia intensiva al San Raffaele di Milano – costruito in tempo record durante il Covid grazie alla loro raccolta fondi – fino al racconto della malattia di Federico.

 

Fedez ricorderà per sempre la paura della malattia

Il rapper ha ricevuto poche settimane fa i risultati dell’esame istologico e ha fatto sapere che fortunatamente il tumore al pancreas – rimosso a marzo – non ha preso i linfonodi. L’incubo è finito, ma Fedez non vuole dimenticare la lezione di vita ricevuta da questo periodo difficile e soprattutto vuole condividerla. Oggi, mentre si trova con la famiglia sul Lago di Como per un weekend di relax, ne mette in comune un altro pezzo, forse il più duro. Tra le storie Instagram pubblica alcuni stralci della seduta dallo psicologo fatta poche ore dopo la terribile diagnosi: “Non so perché oggi ho deciso di riascoltare la seduta fatta dallo psicologo il giorno in cui ho scoperto di avere un tumore al pancreas. Sto piangendo, piango di dolore e gioia“.

Fedez  ha temuto di morire

Fedez ricorda ogni momento: “Un solo pensiero riusciva a devastarmi più della paura della morte. Non essere ricordato dai miei figli. Oggi mi chiedo se tutto questo mi sia stato realmente d’insegnamento. Perché l’essere umano tende a rimuovere, dimenticare. E io non voglio. Non voglio dimenticare che le cose importanti non sono cose. Tenete quella finestra aperta sempre. Con il cuore“.

Narcisismo o voglia di condivisione?

Nei due audio si sente il cantante piangere disperatamente mentre sfoga tutte le sue paure, poi il pensiero per la moglie Chiara, “la più forte di tutte”. Le registrazioni sono un pugno nello stomaco e Fedez fa una precisazione per evitare ogni polemica: “Prendete queste mie esternazioni come meglio credete: voglia di condividere, manie di protagonistmo o narcisismo fine a se stesso. Non me ne frega molto. Vorrei solo che chi sta affrontando una situazione simile sappia che è tutto normale provare determinate sensazioni. Non siete soli – conclude – non siete strani. Là fuori c’è a chi può far bene tutto questo e tanto mi basta“.

Fa bene condividere le proprie paure?

Uno degli aspetti più interessanti della ricerca psicologica riguarda la possibilità di testare ipotesi che riguardano aspetti di vita quotidiana, assunzioni ben radicate e appartenenti al senso comune. Nella nostra cultura, che ci suggerisce di “sfogarci”, di liberare le emozioni negative che fanno seguito ad un’esperienza spiacevole, parlandone con qualcuno. L’obiettivo sarebbe ovviamente quello di stare meglio, ottenere un recupero emozionale che possa permetterci di riequilibrare il nostro stato emotivo e riportarlo alla condizione precedente la brutta esperienza.  In molti casi, è esattamente quello che facciamo. Ma è proprio vero che sfogarci ci fa stare meglio? La risposta è: dipende.

Tanto per cominciare, esprimere e condividere un’emozione negativa, soprattutto se recente e non ancora elaborata, non comporta semplicemente il ricordo di quell’esperienza, ma il completo riattivarsi dell’esperienza emotiva associata; ovvero, rivivere daccapo il momento spiacevole, con annessi e connessi dal punto di vista psicofisiologico. Inoltre, numerosi studi riportano come la condivisione dell’emozione non conduca ad un effettivo recupero emozionale La risposta alla domanda da cui siamo partiti sembra essere che sfogarsi fa bene nella misura in cui siamo in grado di impiegare la condivisione delle emozioni come uno strumento adattivo e rivolto a facilitare un cambiamento.

 

 

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