Masterchef 12, giudici attaccati : “Siamo persone prima che aspiranti chef”
Francesco Girardi
Sta facendo molto discutere la frase rivolta ai giudici dal concorrente Francesco Girardi dopo l’eliminazione da Masterchef 12 Italia : “Avete davanti non solo aspiranti chef ma persone”. Scopriamo, di seguito, cosa è successo.
Francesco Girardi attacca i giudici di Masterchef 12 Italia
«E voi ricordatevi, ogni tanto, che avete davanti non solo degli aspiranti chef ma anche delle persone». Gelo in studio. Riesce a rispondere soltanto Cannavacciuolo: «Lo sappiamo, altrimenti nessuno andrebbe avanti». Un’uscita di scena col botto quella di Francesco Girardi, 34 anni, fotografo trentino residente a Cesena, ormai ex concorrente di MasterChef 12, eliminato durante la puntata di giovedì 5 gennaio per degli gnocchi al pesto e una cotoletta alla «napolitana» sbagliati. L’accusa che ha rivolto ai giudici del talent Sky — oltre a Cannavacciuolo, Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli — ha scatenato un dibattito sul web: «Ha ragione, sono troppo egocentrici», «commenti cattivi», «toni eccessivi e nessun garbo» da un lato. «Fatevi un giro nei ristoranti, è peggio», «clima più misurato di un tempo», «cosa si aspettava da una gara di cucina?» dall’altro.

Francesco Girardi: «Non siamo professionisti»
Parlando con il diretto interessato, non è affatto il presunto «bullismo» dei giudici il punto: «Non mi sono mai sentito trattato da loro in modo non rispettoso, nutro per tutti e tre grande stima. Non li ho trovati arroganti né maleducati o fuori luogo: i commenti erano sui miei piatti, oggettivamente pieni di errori. E in cucina è sacrosanto essere rigorosi». Girardi, travolto dal caso, prova a spiegarsi meglio: «Quello che ho voluto dire è che ci hanno trattato da cuochi professionisti, quando nessuno di noi lo è. Siamo solo dei comuni mortali che si sono cimentati in cucina. È vero che in queste dodici edizioni il livello tecnico è cresciuto moltissimo e che l’asticella si è alzata, ma magari i giudici avrebbero potuto avere un occhio di riguardo pensando che siamo amatori». Il che non significa fare sconti: «Sarebbe bastata qualche pretesa in meno durante le prove. La pressione, interna ed esterna al programma, è tanta. Diciamo che questa uscita anticipata da MasterChef mi è costata qualche seduta dall’analista: io sono un tipo che di solito gestisce bene l’ansia, mi rimprovero di essere andato nel pallone e di essere uscito non per un piatto stellato riprodotto male, ma per degli gnocchi e una cotoletta. Però, di nuovo: un professionista li sa gestire alla perfezione, io non sono un professionista».
La parola ai giudici: «Rispetto per tutti»
Il focus, dunque, si sposta sull’intensità dello show, che quest’anno ha preso un nuovo corso da scuola di cucina: prove molto tecniche e severità diffusa. Ma nulla a che vedere con le urla e i piatti lanciati a terra delle prime edizioni. Insomma anche a MasterChef, come nelle cucine vere, è in atto un cambiamento: basta atteggiamento «militaresco», vessatorio. I giudici del resto lo avevano annunciato subito, a inizio edizione. Locatelli: «L’idea dell’umiliazione non fa parte della mia filosofia di vita. Lo chef è una persona: noi veniamo da cucine in cui siamo stati umiliati, ma non vogliamo perpetuare questo modello, non funziona». Cannavacciuolo: «A casa mia se non finivo il cibo a pranzo me lo ritrovavo a cena, figuriamoci se nei miei ristoranti qualcuno lancia i piatti. E men che meno in tv. Da quando ci sto io nessuno è mai stato preso di mira». Barbieri: «Il rispetto è la base».

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Giancarlo Perbellini: “Tanta pressione, ma è uno show, non la realtà”
Giancarlo Perbellini, chef due stelle Michelin che parteciperà come «esperto» a una delle prossime puntate ha affermato: «I commenti in trasmissione riguardano solo i piatti. Certo, la pressione è tanta: la stessa di un servizio in un grande ristorante, con l’aggravante del cronometro. Non è facile per dei non professionisti: alcuni reggono, altri no. Io nel mio locale di Verona ho inserito la cucina a vista proprio per obbligarci a gestire gli imprevisti con la calma: dietro a un muro è molto più facile sbottare». Joe Bastianich, ex giudice di MasterChef con all’attivo vari piatti tirati, fa una precisazione: «Un conto è l’intrattenimento, costruire uno show che faccia ascolti, e un conto è gestire una brigata vera. Sono due cose diverse che devono restare tali».
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