Mare Fuori, esempio positivo o negativo per i giovani?

di Manuela Zanni


Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di DonnaClick! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Incredibile ma vero. Nonostante più volte avessi scritto di Mare Fuori, annunciando le novità delle serie che negli anni si sono avvicendate, devo ammettere che, fino ad ora, non ne avevo mai visto una sola puntata, nonostante mi fosse stato più volte consigliato di seguirla perché giudicata davvero accattivante,

Resistenza agli stereotiopi

La verità è che ho sempre provato una sorta di repulsione, da figlia di madre napoletana e padre siciliano, per tutte quelle fiction che evidenziano il peggio delle due culture che sembra che in Campania e in Sicilia sia peggiore che in ogni altra parte d’Italia e del mondo ( anche se sappiamo bene che così non è). Alla fine ieri ho ceduto ed ho fatto alcune considerazioni che mi accingo a condividere con chi avrà voglia di conoscerle.

Dov'è stato girato Mare Fuori 3? I luoghi della fiction Rai

Mare Fuori ipnotizza il pubblico

Dal punto di vista televisivo non posso negare che Mare fuori sia un buon prodotto, abilmente confezionato anche se è intriso del rischio che il pubblico di giovani, che lo segue restando letteralmente ipnotizzato ( a cominciare dal linguaggio che nonostante le mie origini napoletane persino io stento a decifrare), riceva messaggi distorti e confusi circa una realtà “fragile da maneggiare con cura”.

Storie drammatiche di degrado e violenza

Si tratta delle storie drammatiche di ragazzi e ragazze che finiscono nel carcere minorile partenopeo per il coinvolgimento, di solito, in fatti di sangue più o meno gravi e, prima, in storie, di famiglia e di strada, all’insegna del degrado e della violenza. Appartenenza a famiglie camorristiche antagoniste, vendette, amori possibili e impossibili ma anche storie di amicizie e possibile riscatto si mescolano efficacemente, anche per il gioco degli intrecci e dei flash back. Un mix che coinvolge in pieno anche le principali figure istituzionali dell’istituto.

Una fiction sapientemente orchestrata

Ne consegue che il gioco della fiction, sapientemente orchestrato, finisca per prendere più o meno tutti anche perché ogni serie, almeno fino alla quarta in corso e probabilmente anche la quinta già in programmazione, un finale non ce l’ha e resta aperta a sviluppi di storie e personaggi che hanno già fatto breccia nell’animo e nelle emozioni degli spettatori.

Mare Fuori, serie TV della RAI.
Mare Fuori, serie TV della RAI.

I rischi : il carcere non è una palestra

Il rischio principale è che il carcere finisca per apparire in qualche modo una sorta di palestra di vita, un luogo in cui, per tutte le prove di coraggio e “ardimento” che vi vanno sostenute per sopravvivere, quasi “occorra” passare per diventare, da ragazzi/e, “veri” uomini e donne in grado di non sottostare ad alcuno. Mentre esso è, invece, un luogo di una durezza diversa e assai meno “colorita”, dove si deve fare i conti anche con la solitudine e ci sono regole da rispettare sul serio. Entrarci non può essere vissuto come una sfida, un’occasione per emergere e diventare, se non già dei boss, più fighi.

Assenza di agganci positivi con l’esterno

In Mare fuori mancano pressoché tutti quegli agganci positivi con l’esterno indispensabili perché i progetti possano concretizzarsi sul loro terreno naturale, che è quello della vita fuori dal carcere,

Mare Fuori non rappresenta la vera realtà del carcere

Nella realtà l’obiettivo è che i detenuti dovrebbero restare il meno possibile in carcere, in un regime detentivo ben diverso da quanto rappresentato in Mare fuori in cui, invece, questo è un luogo dove le violenze e le intimidazioni grandi e piccole, sono continue e dove la socialità è spinta all’estremo fino all’ irreale promiscuità fra ragazzi e ragazze.

Quello rappresentato in Mare fuori è un mondo ancora e molto diverso, che forse ha più a che fare con le esigenze sceniche e di “presa” sul pubblico che con l’intento di rendere visibili per il grande pubblico il mondo del carcere minorile e le storie di chi ci finisce.

Conclusioni

Se, da una parte, è vero che raccontare il carcere attraverso la sua umanità, è sicuramente utile, dall’altra è necessario non insistere eccessivamente con gli intrecci, gli intrighi e le emozioni rasentando l’inverosimile. Va bene applaudire la fiction, ma occorre essere consapevoli che la realtà è ben diversa. Il mio auspicio è che fra i moltissimi fans di Mare fuori (chissà che, d’ora in poi, non lo diventi anch’io) vi siano tanti ragazzi che sappiano sviluppare capacità critiche accompagnati anche da adulti capaci di discutere con loro in grado di evidenziare le differenze con la realtà della giustizia, del carcere e della vita.

Dalla stessa categoria

Correlati Categoria