“Paolo Calissano non si è suicidato”, ne è convinta l’ ex fidanzata

di Manuela Zanni


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Fabiola Palese, dopo lo sfogo social parla l’ex fidanzata di  Paolo Calissano: “Era un uomo malato, ma non si è suicidato. Si sarebbe ripreso se avesse avuto una chance”.

Fabiola Palese: ” Paolo non si è suicidato”

Fabiola Palese non ha dubbi: Paolo Calissano non si è suicidato. Non ci crede assolutamente. «Non era da lui». Lo ha detto a Il Messaggero, giorni dopo il suo sfogo social, spiegando di aver fatto lei la scoperta del corpo senza vita dell’attore. Lo ha trovato disteso sul letto, ha provato a scuoterlo, inutilmente, quindi ha allertato i soccorsi.

L’ultima conversazione tra Fabiola e Paolo

«Qualcuno afferma che era morto da almeno 48 ore, ma non è vero». Lei ci aveva parlato il giorno prima, nel pomeriggio, mentre la sera di mercoledì l’attore aveva effettuato il suo ultimo accesso su WhatsApp. «Credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della sua depressione. In queste ultime settimane era andato molto giù e le feste di Natale lo angosciavano amplificando il suo sentirsi solo».

L’ipotesi della ex compagna di Calissano

Dunque, l’ipotesi dell’ex compagna di Paolo Calissano è che «abbia fatto un qualche pasticcio nell’assumerli, un bombardamento di psicofarmaci, ma non con l’intenzione di togliersi la vita». L’idea che l’attore si sia suicidato è incomprensibile per lei: «Ne ha vissute tante e tante ne abbiamo superate insieme e si è sempre rialzato». Inoltre, Fabiola Palese esclude che la  droga c’entri qualcosa con la morte dell’ex fidanzato: «Per come lo conoscevo io e per il profondo legame che avevamo ancora, lo escludo. Però, ovviamente, non vivevo più nella sua stessa casa. Sono convinta, tuttavia, che i carabinieri chiariranno che non c’entra nulla».

“Nessuno gli ha dato una seconda chance”

Riguardo al fatto che la porta di casa di Paolo Calissano non fosse chiusa con le mandate e che quindi non fosse solo o che qualcuno sia andato a trovarlo poco prima della morte, per Fabiola Palese è difficile da ipotizzare. «In quella casa entravamo praticamente solo io e il domestico, ma lo verificheranno le indagini. Lui ormai non usciva quasi più, si era lasciato andare e forse era tornato a prendersi le benzodiazepine in dosi massicce per riuscire a dormire». Il timore della donna è che l’attore fosse ricaduto nella dipendenza per le benzodiazepine, visto che a ottobre si era fatto ricoverare in una clinica per risolvere il problema del sonno, senza ottenere risultati. Riguardo i dolori di Paolo Calissano, l’ex compagna ha spiegato che aveva sofferto tanto nella vita. «Oltre alla perdita del papà e della mamma, lo avevano segnato i trascorsi giudiziari che avevano stroncato la sua carriera». Fabiola Palese ha spiegato che «il mondo dello spettacolo gli aveva voltato le spalle, ma lui voleva una chance di riscatto che nessuno gli ha concesso, aveva avuto piccole parti o interviste che rifiutava perché aveva grande dignità».

L’ex compagna difende la memoria di Paolo Calissano

A Fabiola Palese non resta che difendere la memoria di Paolo Calissano, che definisce «una persona colta, sensibile, generosa, pulita». Ma era anche un poeta, infatti aveva continuato a scrivere sceneggiature. «Se non mi vogliono come attore, almeno come scrittore», diceva alla donna. Ma anche in quel caso trovò le porte chiuse. «Sono sicura che se avesse avuto un’opportunità si sarebbe ripreso. Invece, passavano le settimane e lui si scoraggiava», ha aggiunto a Il Messaggero.

Il dolore di Fabiola Palese

Il rammarico è immenso per l’ex fidanzata dell’attore: «Paolo, soprattutto, era un uomo malato che non merita di essere ricordato per episodi del passato, ma per com’era». Infine, ha parlato del loro legame, definendolo «unico» e «speciale». I due sono stati insieme dal 2013 al 2019, ma anche quando è finita l’affetto non è sparito. «Anche dopo è stato un volerci bene incondizionatamente come amici, ci sentivamo ogni giorno. Non aveva rivoluto nemmeno indietro le chiavi di casa». I due avrebbero dovuto trascorrere insieme il Capodanno, come fatto a Natale. Era un modo con cui entrambi esorcizzavano le loro tristezze, lei per la morte di suo fratello, lui per la sua condizione.

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