Nicole Kidman rafforza la sua posizione sul tema della violenza contro le donne

di Alice Marchese


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Nicole Kidman, ambasciatrice delle Nazioni Unite, interpreta Celeste in Big Little Lies, un ruolo che l’ha coinvolta profondamente. Lo dichiara lei stessa in una sentita lettera-articolo che pubblica in esclusiva per The Guardian, riportata da D-Repubblica. Ha parlato apertamente della piaga della violenza contro le donne.

Questo è un fenomeno che è stato identificato come “pandemia-ombra”, celata tra il lockdown e dell’emergenza sanitaria, ma drammaticamente presente per milioni di donne nel mondo.

“Oltre al Covid-19, si è verificata una pandemia-ombra: la violenza contro le donne. Le chiamate ai numeri di emergenza sono aumentate fino a cinque volte nelle prime settimane della pandemia. E un problema che era già pervasivo prima del Covid-19 è diventato ancora più pressante. Immaginate com’è la vita per le donne e le ragazze che, come tutte noi, devono rimanere a casa per stare al sicuro dal Covid-19, quando la casa stessa non è un luogo sicuro. Dove vieni aggredita, maltrattata, manipolata o costantemente sorvegliata da partner o familiari”.

Così scrive l’attrice, che dal 2006 è ambasciatrice di buona volontà per le Nazioni Unite nel programma dedicato alle donne (UNFEM). Questo le ha insegnato molto, permettendole di vedere con i propri occhi l’impatto devastante degli abusi contro le donne “Quando ho sentito per la prima volta che una donna o una ragazza su tre subiscono violenza durante la loro vita, sono rimasta completamente scioccata”, prosegue.

“Interpretare il ruolo di Celeste, una donna sopravvissuta agli abusi domestici in Big Little Lies”, spiega “ha rafforzato la mia posizione su questo tema. Mi sono sentita molto esposta, vulnerabile e profondamente umiliata mentre raccontavo la sua storia, anche se interpretare quel personaggio non è niente in confronto a ciò che le donne in relazioni violente affrontano effettivamente ogni singolo giorno. Mantenevo la mia faccia coraggiosa durante le riprese, solo per tornare a casa e rendermi conto di quanto mi avesse colpito”.

Per la sua sentita interpretazione Nicole Kidman ha vinto un Emmy e un Golden Globe. “Ricordare le storie di forza e resilienza delle sopravvissute e delle attiviste che ho incontrato mi ha spinto a prestare la mia voce a coloro che non hanno una piattaforma per condividere la propria”, scrive l’attrice, evidenziando come ognuno possa avere un ruolo da svolgere nel combattere questa piaga, e il potere di contribuire a fermarla innanzitutto credendo alle vittime, e smettendo di dare importanza all’abbigliamento, o al modo di vivere la sessualità delle donne aggredite, perché sono irrilevanti.

“Crescendo con una madre femminista, non mi è mai venuto in mente che potevo essere in svantaggio perché sono nata donna. Come madre, so quanto sia importante coltivare l’autostima, sfidare gli stereotipi e la discriminazione e dare l’esempio per le giovani generazioni. Dobbiamo iniziare presto a conversare a casa sui ruoli di genere e parlare con i nostri ragazzi e le nostre ragazze del consenso (a tal proposito, in Danimarca sta per cambiare la legge sullo stupro – ndr), dell’autonomia corporea e della responsabilità”.

Kidman prosegue invitando a correggere i comportamenti ‘tossici’ dei propri amici, e a condividere la corretta informazione tra i propri conoscenti. A fare donazioni alle organizzazioni che si occupano di contrastare la violenza di genere. A contattare i centri antiviolenza o le associazioni per capire come poter aiutare. “La violenza contro donne e ragazze era già diffusa prima della pandemia. Se sopravvivrà o no, dipende da tutti noi”, conclude l’attrice.

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