Grande Fratello VIP, il dramma di Kabir Bedi: “Mio figlio si è ucciso”

di Manuela Zanni


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E’ stata una rivelazione shock quella di Kabir Bedi al Grande Fratello Vip: «Mio figlio si è ucciso, ho provato ad evitarlo ma ho fallito». L’intero  studio si è commosso a queste sue toccanti parole.

Il dolore di Kabir Bedi per la morte del figlio

GF Vip, il dolore di  Kabir  per la morte del figlio: «Ho provato a prevenirlo ma ho fallito». Studio in lacrime. In settimana l’attore ha raccontato con grande umiltà e senza cadere in facili pietismi, il suicidio del figlio Siddharth e durante la diretta di venerdì ha spiegato le sue sensazioni.

 

La grave scomparsa di Siddharth

Kabir Bedi è tra i concorrenti del Grande fratello Vip più amati dal pubblico. Durante la diretta dello scorso venerdì 28 gennaio  Alfonso Signorini  ha voluto parlare con lui affinché raccontasse in diretta la sua storia e in particolare la scomparsa del figlio  Siddharth, morto suicida a causa della schizofrenia: «Era molto sensibile, era un genio di 25 anni perchè aveva una grande capacità mentale. Sentiva di non avere più significato, per lui la vita non significava nulla, non sentiva più il sapore del cibo e in un momento di lucidità mi aveva detto che voleva togliersi la vita. Ho provato a prevenirlo ma ho fallito. Per un genitore perdere un figlio quando ha tutte le possibilità nel mondo non posso dirvi quanto mi tocca».

Le ultime parole del figlio di Kabir Bedi


Il figlio prima di togliersi ha lasciato un biglietto d’addio ai genitori «Non sentitevi in colpa è il mio modo di riprendere il controllo». Studio commosso e in silenzio religioso mentre kamir continua il suo racconto: «Il grande problema della schizofrenia è che è difficile. Giovani di 25 anni, normalmente uomini, normalmente intelligenti, improvvisamente scattano e perdono la lucidità. Quando perdono questa lucidità, non accettano che loro hanno un problema e diventa un problema ben più grande. Al tempo non c’erano le medicine che ci sono oggi, in quel tempo non funzionavano le medicine per lui. Ora c’è speranza, voglio dare speranza».

 

La speranza di Kabir Bedi

E la speranza arriva attraverso un momento molto specifico: «Ero in un hotel a Gerusalemme – racconta Kabir – stavo girando un film “Ashanti” (un film del 1979, diretto da Richard Fleischer, con Kabir Bedi e Michael Caine ndr.), ero nella mia stanza, dormivo e sognavo di camminare in posto che aveva un cielo rosso, la terra era viola. Improvvisamente mi sono svegliato e ho visto due forme sopra me come fazzoletti trasparenti che ballavano su di me. Io non avevo paura ho chiesto loro se era tutto ok, loro hanno continuato a danzare in un’altra stanza, sono spariti dietro le tende, io aperto queste tende e ho visto Gerusalemme come forse l’ha vista Gesù. Non c’era modernità, la nebbia l’aveva coperta, sopra la nebbia si vedevano solo le cupole. Erano le 5 del mattino era una visione magine e queste forme mi hanno portato lì per farmei vedere questa città con una grande forza spirituale. Sono convinto che esiste un mondo in cui i nostri spiriti possano andare, non sono sicuro che restino così o si reincarnino. Mio figlio è sempre dentro il mio cuore, lo ricordo ogni giorno».

 

 

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