Addio a Franco Battiato: se ne va il poeta dell’amore “mai stato innamorato”

di Manuela Zanni


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E’ davvero una strana ironia della sorte che un uomo che ha cantato l’amore e lo ha manifestato in tutte le sue forme attraverso la sua passione per la musica, per l’arte, per la pittura abbia ammesso di non essere mai stato innamorato  e di non aver mai trovato la sua anima gemella.

A spingere Franco Battiato a questo rapporto “distaccato” dall’amore, la sua “necessità di libertà”, come ha confidato più volte a chi glielo ha chiesto.

Quando ero molto giovane e suonavo con il mio complesso,  ero sempre circondato da donne. Una volta ce n’era una sulla quale avevo puntato e una sera venne a casa mia. Ai tempi avevo pochi soldi, così uscii e comprai tre yogurt, poi andai a farmi la doccia: quando tornai fuori, scoprii che li aveva mangiati tutti e tre. Ma come, le dissi, neanche uno me ne hai lasciato? Ecco, diciamo che anime gemelle non ne ho avute… Ma amiche degne di questo nome, sì, e ogni tanto ce n’è qualcuna che viene a stare qui con me per cinque, dieci giorni. In camere completamente separate, però, per forza . Mi vanto di non esser mai stato innamorato. Mai accettata l’idea dell’innamoramento come perpetuazione del malessere, quando nella coppia iniziano i sadismi… È umiliante. No, no, da qui non passa. Di amori veramente riusciti, a esser generosi, ce n’è uno su un miliardo. Quell’uno su un miliardo si verifica quando due stature di altissimo livello si incontrano; allora non si litiga per un dentifricio, e il calo del desiderio non è la ragione sufficiente per una separazione. C’è un malinteso intorno all’amore e al sesso. Troppi credono che sia un sentimento che esplode in una forte tensione sessuale e dopo un po’ scema. Ma quella è un’infatuazione, un abbaglio. Anche l’orgasmo è un momento più complesso di una semplice eiaculazione, è la prova generale dell’abbandono del proprio ego” aveva  raccontato in un’intervista di qualche anno fa.

E ancora, ha proposito delle sue amicizie femminili diceva ironico “Quando ho lavorato con Milva,  Alice e Giuni Russo,  mi sono limitato a fare il sarto: prendevo le misure».  Più che amiche queste tre donne sono state delle vere e proprie Muse che lo hanno ispirato e che, a loro volta, da lui sono state ispirate.
Alice nel 1981 con  «Per Elisa»  vince il Festival di Sanremo e domina l’hit-parade.   Anche l’incontro tra Milva e Battiato  avviene a inizi 80 e «Alexander Platz»  del  1982 diventa subito uno dei brani più celebri della «rossa», cantato in più lingue  e riproposto in numerosi album e raccolte discografiche.  Sempre all’inizio degli anni ’80 anche per  Giuni Russo quello con Battiato è stato, davvero,  un incontro fatale che la condusse fino all’enorme successo  pop  nel   1982  con «Un’estate al mare», firmato  Battiato. Successo interrotto, a soli 53 anni,  per la precoce morte a causa di un tumore.

Eppure lui l’amore l’ha cantato. Tra i suoi tanti successi indelebile nella memoria resterà ” La cura”, il brano uscito per la prima volta all’interno dell’album “L’imboscata” nel 1996,  cantato anche sul palco di Sanremo nel 2007,  divenuto negli anni uno dei pezzi più amati della musica italiana.  La canzone  in versione digitale ha ottenuto il  doppio disco di platino con oltre 60.000 copie vendute ed è stato utilizzato per la prima volta come colonna sonora di un film, in “Tutti per 1 – 1 per tutti “di Giovanni Veronesi.
Se ad una  prima lettura secondo  un’interpretazione semplice la si potrebbe  considerare  una canzone dedicata alla persona amata di cui prendersi cura  in un momento di bisogno o di guarigione che, secondo  molti sarebbe stata  dedicata alla madre del cantautore,  malata di Alzheimer , questa “poesia in musica” in realtà si presta a più interpretazioni. Grazie alla versatilità delle parole in essa contenute, può anche essere considerata  una sorta di  “preghiera al contrario”, in cui non è l’uomo che si rivolge al Dio-amore ma è questo Dio-amore che parla all’uomo e lo considera “un essere speciale” di cui si prenderà cura.  O,  ancora, secondo altri le strofe  celebrano  l’amore verso sé stessi e lo sforzo richiesto a ciascuno per risollevarsi dai dolori della vita dal momento che ognuno di noi è  “un essere speciale” di cui aver cura.

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