Zahra Ahmadi, l’attivista afghana fuggita da Kabul

di Alice Marchese


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Zahra Ahmadi, attivista per i diritti delle donne e imprenditrice, si è salvata fuggendo da Kabul. Era tra i 203 afghani che hanno potuto lasciare il Paese con il ponte dell’Aeronautica Militare italiana atterrato all’aeroporto di Fiumicino. Aveva partecipato a una manifestazione contro l’avanzata dei talebani e si era nascosta in un appartamento con alcune amiche.

Zahra Ahmadi si è salvata da Kabul

Domenica poi la corsa verso l’aeroporto di Kabul. Zahra è giunta a Roma grazie all’appello del fratello Hamed, ristoratore che vive da anni a Venezia. Non vede la sorella dal 2014.

Grazie al grande lavoro di coordinamento in loco del console italiano Tommaso Claudi, si è trovata una soluzione

Chi è Zahra Ahmadi?

La sua storia è un simbolo di quanto sta accadendo in Afghanistan. Attivista, con un profondo slancio verso la libertà e la difesa dei diritti femminili, si è nascosta in un appartamento per via dei talebani. Nonostante propugni valori che vanno contro la minaccia di morte dei talebani, è costretta a questo. Per paura a volte anche l’idea più forte deve essere celata.

Domenica ha deciso di tentare la fuga. Lasciare il Paese, la casa, i suoi due ristoranti, i suoi affetti e le sue battaglie in difesa dei diritti di ragazze e donne.

Come altre migliaia di civili afghani, la donna ha tentato di raggiungere l’aeroporto di Kabul.  Zahra è stata respinta nell’ala civile, dove sono entrati i talebani che hanno cacciato tutti i presenti.

La giovane è fuggita e ha trovato riparo grazie all’aiuto di conoscenti. Giornate terribili colme di dolore. Il fratello Hamed l’ha sostenuta da lontano con il telefono.

La sua ultima chiamata

Nella sua ultima chiamata, lunedì 16 alle ore 17, diceva piangendo di essere disperata, di non sapere dove andare né cosa fare, costretta a nascondersi e a chiudere il telefono, diventando irraggiungibile.

Alla fine le autorità italiane hanno inserito la giovane nella lista delle persone in partenza verso l’Italia con un corridoio umanitario. Dopo il via libera, ieri ha varcato il check point statunitense all’ingresso della zona militare per salire a bordo di uno dei tre C130 dell’Aeronautica Militare diretto a Fiumicino per evacuato in Italia altre 202 persone.

Le parole del fratello di Zahra

Il fratello Hamed: ‘Grazie Italia ma abbiamo il dovere di aiutare anche altri. Da una parte sono felice, dall’altro sono triste perché Zahra è una sola e, così come lei, ci sono 16 milioni di donne. Se poi aggiungiamo anche i bambini, il numero raddoppia”. Lo riporta RaiNews24.

Così Hamed, il fratello dell’attivista afghana Zahra Ahmadi giunto all’aeroporto di Fiumicino per abbracciare “seppur virtualmente”, ha detto, la sorella in arrivo al Leonardo da Vinci con il ponte aereo organizzato dalla Difesa.

“C’è una totale disperazione in Afghanistan. Oltre a donne e bambini ci sono tanti altri uomini che soffrono. Questo giorno, che coincide con l’arrivo di mia sorella, dovrebbe essere un giorno speciale per me ma non è così: una parte di me sta ballando, l’altra è in lutto”.

“C’è una totale disperazione in Afghanistan. Oltre a donne e bambini ci sono tanti altri uomini che soffrono. Questo giorno, che coincide con l’arrivo di mia sorella, dovrebbe essere un giorno speciale per me ma non è così: una parte di me sta ballando, l’altra è in lutto”.

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