Stop alle abbuffate, come uscire dal tunnel

di Danila


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Mangiare per noia, per tristezza, per solitudine… un impulso irrefrenabile, che parte in modo improvviso e che sembra indomabile. In breve disturbo da alimentazione incontrollata. In realtà uscire dal tunnel delle abbuffate è possibile. E per farlo, è importante chiedere aiuto: con la psicoterapia, si può imparare ad individuare e fornire gli strumenti cognitivo-emotivo-comportamentali necessari per superare definitivamente la dipendenza da cibo.

In che cosa consiste la psicoterapia per superare le abbuffate? Quali sono gli step da percorrere?

  1. Definire e comprendere la storia del disturbo alimentare: l’insorgenza, i fattori precipitanti e i fattori di mantenimento.
  2. È importante valutare anche il regime alimentare, per comprendere se le abbuffate possono essere conseguenti a comportamenti di privazione che poi conducono ad agiti di discontrollo. In tal caso, un primo step è quello di regolarizzare l’alimentazione, in virtù del supporto del nutrizionista per ripristinare un’alimentazione adeguata alla persona.
  3. Individuare le situazioni critiche in cui si sviluppano le abbuffate. Per fare questo, può essere molto utile compilare un diario che consente di registrare le situazioni critiche in cui si ricorre al cibo: situazione, pensieri automatici negativi ed emozioni.
  4. Dopo aver ripristinato l’alimentazione e quindi ridotto o estinto le abbuffate indotte da un’alimentazione irregolare e aver individuato le situazioni emotive critiche che inducono a ricorrere al cibo quale meccanismo di compensazione, allora si individuano le strategie cognitive e comportamentali per far fronte alle situazioni critiche, al fine di imparare a gestire le emozioni in modo costruttivo. Infatti ciò che determina le abbuffate, è una carenza nel meccanismo della regolazione-gestione delle emozioni, per cui dinanzi a emozioni negative e/o intense, si reagisce compensando con il cibo. Allora l’obiettivo è imparare a reagire diversamente dinanzi a queste emozioni, imparando soluzioni alternative più funzionali e costruttive. In particolare, è importante imparare ad attivare soluzioni comportamentali diverse e inizialmente funzionali ad allontanarsi dalle situazioni critiche. Inoltre è necessario individuare i pensieri automatici negativi che inducono a mangiare e, quindi, imparare a ristrutturarli sviluppando pensieri razionali adeguati e funzionali.
  5. Dopo aver sperimentato le tecniche cognitive e comportamentali per la gestione delle abbuffate, è importante andare ad approfondire le convinzioni di base e i belief che determinano l’insorgenza dei pensieri automatici negativi e che, quindi, costituiscono la base dei comportamenti discontrollati e del disagio.

Come indicato dalla APA (American Psychiatric Association), il trattamento elettivo per la cura dei disturbi alimentari è la psicoterapia cognitivo-comportamentale. L’aspetto fondamentale da ricordare è che in virtù di un percorso strutturato che segue gli step sommariamente indicati, è possibile liberarsi dalla schiavitù del cibo!

Ambulatori Dr.Francesca Lemmi:

  • Via Nino Pisano n.32, Pisa
  • Via della Vetraia n.7, Viareggio (Lu)

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