L’automobile, insolito strumento di seduzione

di francesca
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L’automobilista frena, accosta al marciapiede, abbassa il finestrino, sporge la testa: “Posso darle un passaggio?”. Quante donne hanno ricevuto almeno una volta una proposta analoga? Sono tipiche testimonianze di come l’automobile, da tradizionale mezzo di trasporto, viene utilizzato come insolito strumento di seduzione. Per quanto ne so, da quello che ambulatoriamente mi viene riferito, sembra che questo strumento di seduzione sia esclusivamente maschile e tipico di una società maschilista. Se utilizzato al femminile, sulla spinta di una emancipazione integralista, forse potrebbe creare imbarazzo, tale da apparire come una richiesta esplicita che solitamente elicita nel maschio una aspettativa esigente con possibili conseguenze sessualmente disfunzionali.

La seduzione tramite l’automobile non è casuale, ma fa leva su quelli stereotipi convenzionali maschili cercati dal sesso femminile. Viene pertanto fatta dall’immaginario collettivo femminile una associazione quasi automatica, razionalmente arbitraria, ma istintualmente accettata, tra la macchina ed il suo conducente, al punto di credere miliardario chi guida un’automobile miliardaria e traslare una caratteristica meccanica al funzionamento sessuale dell’automobilista, per cui chi occasionalmente conduce (anche se non possiede) una Ferrari passa per sessualmente potente. Ed in realtà sembra difficile che una donna, particolarmente se giovane, possa sottrarsi al fascino di status symbol, quotidianamente alimentati da pubblicità e mass media, quando l’opportunità della vita glieli fa incontrare direttamente mentre sta passeggiando.

Se proprio per motivi personali o etici viene in quel momento declinato l’invito di “passaggio “ da uno sconosciuto l’incontro casuale può comunque diventare occasione, come del resto spesso avviene, per iniziare una conoscenza e la mera scusa del passaggio diventa così l’opportunità per lo scambio del numero telefonico o per l’accordo immediato di un primo incontro dove anche qui il fascino dell’automobile potrà continuare ad esercitare la sua opera di seduzione. E qui il potere di seduzione viene giocato con la strumentazione interna tanto più affascinante quanto insolita per la donna che si accomoda sul sedile del passeggero, particolarmente se l’automobile è corredata da climatizzatore, diffusori di musica, poltrone confortevoli, mobile e frigo bar, profumo d’atmosfera (non già il semplice deodorante per auto), tanto per citare alcuni optional che solitamente fanno piacevolmente abbassare alle persone la soglia della vigilanza, prerequisito al lasciarsi andare.

Ricalcando alcuni tradizionali luoghi comuni si potrebbe argomentare che pur sempre l’apparenza conquista per cui una carrozzeria di lusso è per l’automobilista come un abito di lusso che in ogni occasione predispone al meglio. Ma nel caso della buona disponibilità del sesso femminile verso determinate gamme di automobili gli psicologi sociali lo spiegano con i costrutti di comportamento orientato al prestigio e di gruppo di riferimento. I cosiddetti “gruppi di riferimento” sono i gruppi in cui la persona aspira in futuro ad appartenervi e che, nel frattempo, influenzano il suo modo di pensare ed suoi atteggiamenti, anche attraverso i simboli di status che vi si associano, come certi tipi di automobili “da conquista”.

Paolo Zucconi, psicoterapeuta, sessuologo clinico comportamentale a Udine

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