Gli obiettivi fissi della sessualità infelice

di francesca


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Tre sono quegli obiettivi fissi che per tante persone diventano una “doverizzazione”, un qualcosa da ricercare necessariamente, ad ogni costo e, se non raggiunti, esitano spesso in infelicità e disfunzioni sessuali di varia natura. Questi sono la procreazione (come ricerca ossessiva, spesso egoistica), la penetrazione e l’orgasmo. Tali obiettivi imprescindibili si collegano a tradizionali stereotipi, per lo più latini, spesso tipicamente maschilisti, per cui il sesso ed i rapporti sessuali coincidono, così quando si fa l’amore ci si aspetta di norma l’orgasmo, come unico esito gradito, comunque il migliore.

Non si considera infatti che limitare i contatti fisici al rapporto sessuale “di sola penetrazione”, spesso silenzioso, routinario e a scadenze periodiche, ci si priva di un piacere personale più ampio, riferito ad una esperienza piacevole, integrata, fatta di propriocezioni, sensazioni coinvolgenti tutti cinque i sensi, emozioni positive, immagini mentali e pensieri positivi. Inoltre l’orgasmo, come una delle tante esperienze di piacere godibili in coppia, se viene cercato in esclusiva rischia di diventare un piacere troppo riduttivo tanto che l’esperienza sessuale viene limitata così all’indispensabile, riducendosi in pochi secondi, come uno sfogo. Se poi l’orgasmo diventa un must, un obiettivo fisso, un bisogno necessario nella ricerca del piacere, quando, come spesso succede, qualcosa si inceppa, l’esperienza sessuale, da esperienza gioiosa e piacevole diventa sgradevole, irritante, addirittura frustrante, il tormento per una doverizzazione impostaci (una “must turbation”).

Secondo il modello psicosessuale di riferimento qui presentato, il rapporto sessuale consiste in un’esperienza integrata in cui si mescolano tra loro elementi cognitivi, emozionali e comportamentali; tale esperienza piacevole deriva in parte dalla nostra struttura biologica e in parte da esperienze sviluppate in base all’educazione ricevuta (casa, scuola, parrocchia). Pertanto gran parte di ciò che avviene durante il rapporto sessuale non è casualità o pura improvvisazione, ma comporta pensieri, conoscenze e abilità sociali che sono state apprese durante un percorso caratterizzato da alcune esperienze significative che si sono verificate, soprattutto durante l’età evolutiva. Se prevale la ricerca esperienziale del solo piacere (piacere esclusivo e null’altro che piacere) e del piacere da godere solo insieme al partner con cui si condivide il senso valoriale di ciò che si fa assieme, allora la vita sessuale diventa non solo di per sé gratificante, ma, se non proprio terapeutica in senso stretto, senz’altro profilattica per tanti rischi patologici favoriti dagli eventi stressanti improvvisi che spesso la vita ci riserva, se non siamo adeguatamente protetti e rafforzati.

Professor Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo clinico comportamentale, psicologo legale a Udine

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