Fame nervosa, come tenerla a bada

La fame nervosa è la tendenza a mangiare in momenti di stress, ansia, rabbia o tristezza. Tra le cause principali della fame nervosa, pare esserci la mancanza di consapevolezza del problema.

Come fare per gestire questo tipo di fame, tipicamente caratterizzato da una vera e propria “dipendenza” emotiva dal cibo, anche detto emotional eating?

Prima di tutto -dicono gli esperti- bisogna prendere consapevolezza del fatto che ciò avvenga, ovvero che stia avvenendo proprio a noi. Per far ciò, l’ideale è avere il cosiddetto diario alimentare: In questo modo, ogni volta che si mangia, si potrà prendere nota dello stato d’animo che accompagna il pasto (o l’abbuffata). Comprendere quanto frequentemente si mangia in preda al cattivo umore, a che ora del giorno, quante volte alla settimana e che gli alimenti si utilizzano maggiormente per placare l’emozione, ci aiuterà a tenere il fenomeno sotto controllo.

Le emozioni negative vanno e vengono, ovvero non sono sempre presenti. Sapendo ciò, e prendendone coscienza, si può attendere che una brutta sensazione passi senza la necessità di mangiare per tenerla a bada.

Pensare che “mangiare per ridurre una emozione negativa” non farà altro aumentarla. La chiave è trovare il modo per far fronte a sentimenti negativi in modo che non inducano più la fame. Mangiare provoca più problemi di quelli che già ci sembra di avere in quel momento di sconforto perchè non solo non risolve il problema che ci affligge, ma porta anche al nostro corpo un “piccolo avvelenamento” dovuto alla reale mancanza di esigenze nutrizionali cui far fronte. Cioè, si mangia senza una vera fame, costringendo il corpo a un superlavoro decisamente negativo.

Lo scopo ideale di un lavoro di autoregolazione della propria fame “chimica e nervosa” è quello anche detto di mindfullness, ovvero di consapevolezza nel momento in cui ci sia accinge a mangiare.

Una volta afferrato il senso di questo percorso e, consapevoli del fatto, che ci saranno attacchi di fame in preda alle emozioni negative che dobbiamo comunque imparare a riconoscere, si possono eliminare tutti i cibi che ci creano momentanea soddisfazione con successivo craving (astinenza) e iniziare via via a disintossicarsi.

Infine, bisogna anche dire che ci sono forme di fame nervosa più o meno patologiche e che, a seconda della gravità dei casi, si possono prevedere dei percorsi più o meno terapeutici.