Fame nervosa, come combatterla

Come si può combattere la fame nervosa in quanto vera e propria “dipendenza” emotiva dal cibo, anche detta emotional eating??

Secondo gli esperti, chi mangia per fame nervosa, lo fa per ridurre una emozione negativa che può essere di tristezza, senso di colpa, sconforto, delusione o anche euforia.

Secondo la psicologia, perciò, la chiave è trovare il modo per far fronte a sentimenti negativi in modo che non inducano più la fame.

Lo scopo ideale di un lavoro di autoregolazione della propria fame “chimica e nervosa” è quello anche detto di mindfullness, ovvero di consapevolezza nel momento in cui ci sia accinge a mangiare.

Una tra le soluzioni più accreditate è il diario alimentare: ogni volta che si mangia, si potrà prendere nota dello stato d’animo che accompagna il pasto (o l’abbuffata). Comprendere quanto frequentemente si mangia in preda al cattivo umore, a che ora del giorno, quante volte alla settimana e che gli alimenti si utilizzano maggiormente per placare l’emozione, ci aiuterà a tenere il fenomeno sotto controllo.

Afferrato il nesso tra le emozioni negative e i cibi che creano momentanea soddisfazione (con successivo craving o astinenza) inizia la vera e propria cura.

Se non si vuole approcciare al fenomeno in termini meramente psicologici, ci sono diversi modi per prevenire gli attacchi di fame nervosa e, tutti consistono nel “riempire lo stomaco” prima che sia troppo tardi.

Una soluzione è l’assunzione di glucomannano prima dei pasti che, assieme a molte altre fibre aiuta a regolamentare e bloccare la fame.

Spuntini antifame sono la soluzione alimentare più immediata alla fame nervosa.

Di recente è stata messa a punto la pillola antifame naturale che pare abbia dei buoni risultati per combattere questo problema.

Infine, bisogna anche dire che ci sono forme di fame nervosa più o meno patologiche e che, a seconda della gravità dei casi, si possono prevedere dei percorsi più o meno terapeutici.