Come sopravvivere alla rottura di una relazione

Le relazioni possono finire perché viene meno il legame affettivo, perché non vi è stata la possibilità di prendere coscienza e di recuperare tempestivamente criticità che hanno determinato una rottura insanabile, per fattori esterni che hanno determinato una graduale distanza non recuperabile. E a finire non solo amori fugaci, estivi o passeggeri, ma anche relazioni di lunga durata, talora anche rapporti stabili e corollati da matrimonio o convivenza e da figli.

La fine di una relazione non è mai facile. E la capacità di reagire dipende da più fattori: dalla durata e intensità della relazione e dall’investimento affettivo in essa riposto, dalla presenza di figli e dalla condivisione di abitazione e altri aspetti che contribuiscono a creare legami aggiuntivi all’affetto e all’amore, dalla personalità della persona, dalla presenza o meno di risorse sociali e ambientali (lavoro, risorse economiche …) e dalla fase esistenziale nella quale il distacco si verifica.

Tuttavia si può sopravvivere alla separazione: per quanto possa essere dolorosa e difficile nel momento in cui è vissuta, si può superare il distacco e tornare gradualmente a vivere.

Come?

Per quanto ogni situazione sia unica e debba essere valutata nella sua specificità, vi sono alcune indicazioni generali utili in queste situazioni così critiche e delicate:

  1. Proseguire le proprie attività e i propri impegni, così da percepire che non tutta la tua vita è andata perduta e che si può continuare a vivere a prescindere dalla perdita vissuta;
  2. Non isolarsi: l’isolamento e la chiusura amplificano i sentimenti depressivi che si vivono in questi momenti. Al contrario, la ricerca di aiuto e supporto nelle persone care può dare consolazione, far sentire comunque affetto e calore intorno e contribuire a distrarsi.
  3. Non andare né troppo avanti né troppo indietro col pensiero: cercare di rimanere sul presente e provare a partire dalle piccole cose della vita quotidiana; gestire i pensieri catastrofici ricordandosi che anche i momenti dolorosi poi passano e “torna il sereno”.
  4. Dedicare del tempo a se stessi, concedendosi qualche gratificazione.
  5. Condividere ed esprimere ciò che si prova: ciò consente di sfogarsi e di esternare il proprio vissuto, ma anche di visualizzare e prendere coscienza delle proprie emozioni e dei pensieri.
  6. Quando la fase acuta di dolore, angoscia e confusione inizia a ridursi, allora vi sono le condizioni cognitive ed emotive per poter iniziare ad analizzare quanto accaduto, cercando di riflettere in modo critico su che cosa non ha funzionato senza cadere nella trappola di colpevolizzare solamente se stessi o di delegare totalmente la responsabilità sull’altro.

La separazione costituisce un vero e proprio “lutto” e il superamento del distacco costituisce un processo, che richiede un tempo di metabolizzazione, variabile da persona a persona. Infine se la separazione risulta particolarmente difficile da gestire e i sintomi risultano particolarmente acuti, è opportuno valutare la possibilità di un supporto psicologico.

Ambulatori Dr.Francesca Lemmi:

  • Via Nino Pisano n.32, Pisa
  • Via della Vetraia n.7, Viareggio (Lu)

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