Amnesia dissociativa: quali sono i segnali e che cosa fare

di Alice Marchese


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L’amnesia dissociativa comporta una vera e propria incapacità di ricordare informazioni decisamente rilevanti. Quanto si è verificato a Roma recentemente riguardo alla piccola Stella, lasciata sul seggiolino dell’auto parcheggiata proprio davanti all’asilo dal suo papà è un caso specifico. Si tratta di una patologia in cui vengono meno dettagli che non verrebbero trascurati in una condizione psico-fisica ordinaria.

Cos’è l’amnesia dissociativa

A dichiarare quanto segue è Paolo Bersani, psicologo di Piacenza che si occupa di età evolutiva adolescenza e giovani adulti a Today.it. “È una specificità dell’amnesia dissociativa, un tipo di amnesia dei manuali statistici e diagnostici dei disturbi mentali e da quello di riferimento dell’Oms, utilizzato anche dal Servizio Sanitario Nazionale, come una perdita di memoria relativa a importanti eventi recenti. Non è dovuta a una causa organica ed è più marcata rispetto a una classica labilità mnemonica, ovvero una possibile debolezza della memoria”. Quanto accaduto a Roma si riallaccia a questa patologia.

Le cause

La prima ed unica causa è lo stress e vi sono dei campanelli d’allarme da tenere sotto controllo. “Quelli che compaiono in letteratura come associati all’amnesia dissociativa sono la difficoltà di concentrazione durante le attività quotidiane; il sonno disturbato, non regolare o discontinuo; la facile irritabilità che porta a essere più suscettibili; l’automatismo che porta a compiere azioni senza pensarci, senza avere la piena consapevolezza di cosa si sta facendo”.

Quali sono gli stadi dello stress

“Intanto prendere consapevolezza è determinante. Sono tre gli stati dello stress: la prima fase è quella di allarme in cui sono turbato da un evento. La seconda è quella più difficile da identificare, è quella della resistenza allo stress o di adattamento, quando si è in un flusso tale da non percepire più segnali preoccupanti. In questo stato ci si trova travolti da campanelli di allarme così numerosi da non permettere più di individuarli e ritrovare un equilibrio. L’ultima fase dello stress, poi, è l’esaurimento, quando il corpo inizia a comunicarci qualcosa ed è allora chiaro che ci si deve fermare. Conoscere questo schema può già essere d’aiuto a capire come funzioniamo quando siamo sotto stress”.

Il caso della piccola Stella a Roma

Lo psicologo si pronuncia riguardo a quanto accaduto a Roma dal momento che ci sono degli accorgimenti da tenere a mente ed eventualmente da accogliere. “Nel caso di genitori con figli piccoli, il consiglio è quello di parlare con loro in macchina senza distrazioni, così da includere il bambino nella quotidianità fatta anche di tragitti in auto. Poi un altro accorgimento è mettere magari la borsa o il pc sul sedile posteriore accanto al bambino, in modo che l’automatismo di prendere gli oggetti indispensabili induca a rendersi conto della realtà e quindi del piccolo seduto sul seggiolino. Altra utile abitudine è anche posare la borsa preparata con i pannolini o i giochi del figlio sul sedile del passeggero. Sono piccoli gesti che facilitano il ricordo e attivano la memoria fino a quel momento nel vortice dell’automatismo. Da sfruttare anche le tecnologie a nostra disposizione, come un promemoria sul cellulare che ci ricordi dell’impegno di portare il figlio a scuola o dai nonni”.

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