Convivere senza matrimonio: come tutelarsi?

di francesca


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In questi ultimi giorni si è parlato molto della scelta di Vasco Rossi di convolare a nozze con Laura Schmidt dopo 25 anni di convivenza. Il rocker sostiene di non credere affatto nel matrimonio e anzi di considerarlo “una grande sconfitta per le sue convinzioni”.

In un’intervista pubblicata su Repubblica il 7 luglio, il cantante rock dice testualmente: “è necessario che io firmi un contratto di matrimonio civile, io che ho sempre considerato il matrimonio una ben triste condizione di vita: obbligati a vivere insieme per sempre e per forza quando solo essere liberi di andarsene ogni giorno può dimostrarci la sincerità di un rapporto…

Vasco Rossi e come lui centinaia di persone sostengono che il matrimonio in Italia sia l’unico sistema per proteggere il proprio partner visto che “non sono regolamentate chiaramente le coppie di fatto perché al Vaticano non sono simpatiche e anche ai nostri politici non piacciono tutte queste novità. Oggi le coppie di fatto – continua Vasco – domani le coppie di uomini e poi magari le coppie di pecore e pastori…”.

Possiamo dire che in Italia l’unica forma di convivenza tutelata in toto è quella matrimoniale: infatti nella nostra Costituzione e nel Codice Civile si parla di matrimoni e mai di convivenze ed anche se molti sono stati i progetti di legge su questo tema, di fatto ancora non esistono regole certe per la convivenza.

Nell’attesa di vedere regolarizzate queste situazioni, esistono però delle accortezze che si possono utilizzare per proteggere il partner che, nonostante l’inesistenza del matrimonio, si considera a tutti gli effetti il proprio compagno di vita.

Come sappiamo nessun diritto ereditario spetta al compagno: si può pensare allora a cointestargli o intestargli dei beni e/o nominarlo erede mediante un testamento fruendo della quota di disponibilità sui propri beni che le legge riserva ad ognuno di noi.

Ed ancora: poiché non esiste un diritto ad un “assegno di mantenimento” nel caso di separazione, si può pensare ad una polizza assicurativa che sostanzialmente integri questa funzione.

Quanto all’eventuale assistenza in caso di malattia, si può designare per iscritto una persona a noi cara cui i medici debbano riferire le condizioni: non è necessario che sussista per questo vincolo matrimoniale.

Quanto ai figli delle coppie conviventi essi hanno gli stessi diritti dei figli di genitori sposati: ciò significa che sposati o conviventi i genitori hanno comunque l’obbligo di istruire, mantenere ed educare i loro figli, con tutto ciò che ne consegue.

In attesa della sospirata regolamentazione, conviene intanto provvedere attraverso le formule giuridiche esistenti, almeno per le questioni economiche che più ci stanno a cuore.

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