Mamme iperprotettive, insicure o coccolone: ecco gli errori da evitare secondo il pediatra

di francesca


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Nella mia attività di “pediatra/divulgatore” scrivo spesso e a lungo delle mamme che sono, dopo il bambino, le protagoniste assolute dei miei libri. A volte, riservo loro qualche tiratina d’orecchio, ma accompagno ogni rimprovero con la ricerca delle ragioni di certi loro comportamenti che, per il bene del bambino, non mi sento di condividere. Voglio descrivervi taluni atteggiamenti che rilevo in alcune mamme e che ritengo segnali di particolari aspetti psicologici. Sono comportamenti che vi faranno sorridere…ma “qualche volta ridendo e scherzando…”.

Se invece vi riconoscete in qualcuno di questi tipi di mamma… allora meditate.

La mamma coccolona

Mentre ti parla con il bambino in braccio, alza ed abbassa ritmicamente la braccia, cullando il bambino; si muove lentamente facendo un passo in avanti, uno di lato ed uno indietro in una specie di lenta danza“.

Si tratta di una mamma insicura perchè, fa al bambino delle cose non necessarie e non richieste e di cui il bambino, in quel momento, non ha bisogno ma di cui, una volta iniziate, sentirà la necessità. E’ una mamma, dunque, che finirà per viziare il suo bambino.

La mamma al plurale

Entra in ambulatorio e dice: “Abbiamo la tosse”; “Abbiamo la diarrea” “Abbiamo la febbre”; “Non abbiamo fame”;

E’ una mamma simpatica, estroversa, non oppressiva ma dominatrice che stenterà a staccarsi dal suo bambino e lo vorrà tenere sempre sotto la sua protezione.

La mamma dolente

Riferisce ogni azione, ogni momento della giornata del suo bambino in modo triste drammatico.

“Signora cosa mangia il suo bambino?”, “Il mio latte, ma ne ho poco”, “Ma il bambino cresce?”, “Si ma solo 2 etti alla settimana” (crescita perfetta e quindi latte perfetto!). Per i bimbi più grandicelli: “Il bambino non mangia niente. Alimentarlo è un inferno!”.

Sembra che tutto vada male, per cui il povero pediatra teme sempre di trovarsi davanti un bambino in pessime condizioni di salute e poi, per fortuna, si accorge che il bambino sta benissimo. Il bambino crescerà pensando che il mondo sia un luogo triste e la vita un calvario.

La mamma imprecisa

“Dottore il bambino ha la febbre altissima”, “Quanto ne ha adesso?”; “No, adesso non ce l’ha più, ma ieri pomeriggio o stanotte era altissima”. Risulta difficile al pediatra fidarsi!

La mamma superlativa

Tutti i sintomi del bambino sono al “superlativo”. La febbre è altissima, la tosse è fortissima,la diarrea abbondantissima ecc. Per il pediatra, come sopra!

La mamma a singhiozzo

“Dottore, il bambino ha la febbre”; “ha per caso anche la tosse ?”, “sì, anche tanta tosse!”, “e anche la diarrea?” “sì, tanta!”, “e anche vomito?”, “si, si anche vomito!”

Insomma, potrei citare altre 10 sintomi e sono sicuro che li avrebbe tutti. Non è una mamma capace di avere un quadro preciso della situazione del suo bambino.

La mamma melodrammatica

Quando in ambulatorio posa il bambino sul lettino per la visita, se il bambino si agita e piange (ed il bambino di questa madre piange e si agita sempre), si lancia drammaticamente sul lettino, prende in braccio il bambino e comincia a consolarlo baciandolo ed abbracciandolo con trasporto. Quando viene invitata a rimetterlo sul lettino ed il bambino riprende a piangere di nuovo, lei strappa il bambino dalle mani dell’infermiera o del medico e si rimette a cullarlo.

Talvolta il pediatra è costretto a rinunciare alla visita. A garanzia del medico c’è però la certezza che se il bambino ha la forza di piangere e di agitarsi in quel modo, sicuramente sta bene! Il bambino però, molto probabilmente, diventerà un bambino viziato, se non lo è già.

La mamma perfezionista

Si mette a tavolino a pianificare il bambino perfetto. Chi è questa mamma? Quando faccio le mie lezioni ai corsi di preparazione al parto, la individuo facilmente (ce ne è almeno una per corso).

La mamma che, quando si accorge di aspettare un bambino si mette a tavolino per crescere il bambino perfetto appartiene a una delle due seguenti categorie:

  1. o esercita una professione che la mette a contatto con i bambini (e quindi conoscendo i difetti dei bambini vuole che il suo ne sia esente)
  2. o perchè costituzionalmente è una “prima delle classe” (ed allora anche nel ruolo di madre vuole essere la migliore).

In genere, legge tutto avidamente, spesso senza equilibrio critico e quindi senza saper discernere il buono dal cattivo; anzi è più attratta dalle “stravaganze” degli aspetti della vita del bambino, piuttosto che dalla sua normalità.

Ora, se il suo atteggiamento fosse fine a se stesso, pazienza! Ma purtroppo, questo atteggiamento incide molto sulla vita del bambino. Un bambino di genitori perfezionisti perde la serenità del vivere quotidiano e sottopone se stesso ad una costante e stressante pressione, per non deludere il genitore perfetto!

Purtroppo la mia esperienza e quella di altri miei colleghi, mi fa dire che questi bambini vivono in un clima di tensione che ha effetti negativi sul loro comportamento, sulla loro autonomia e sulla loro serenità, essendo negata loro una crescita naturale, piena di sani e normali errori (facilmente rimediabili) e di relative, quotidiane piccole conquiste vissute nell’amore di una mamma “umana” e di un papà comprensivo.

La mamma benestante

Prepara la stanza del bambino: nel lodevole intento di assicurargli tranquillità e benessere, viene per lo più collocata nella parte più lontana della casa “perché stia tranquillo e non venga disturbato dai rumori della casa“.

La stanza viene dotata dei più sofisticati congegni elettronici per poter ascoltare i suoi movimenti, i suoi rumori, i suoi pianti; viene riempita di pupazzi, di giocattoli ed oggetti luccicanti e multicolori, perché il bambino capisca che è un personaggio importante a cui i genitori hanno messo a disposizione una serie molto costosa di oggetti ed attrezzature.

In realtà tutta questa ricca messinscena non interessa assolutamente al bambino che, invece, desidera stare il più vicino possibile alla sua mamma di cui, per 9 mesi, ha sentito la voce, il respiro, il battito cardiaco.

Lui desidera ascoltare tutti i rumori che hanno caratterizzato le giornate della gravidanza. Suoni e rumori che gli sono diventati familiari (la voce della mamma, del papà, il campanello, il telefono, la radio, la televisione) che ancora prima della nascita gli hanno fatto sentire come suo l’ambiente della sua famiglia.

Purtroppo invece sia pure nell’intento di fare cosa gradita al bambino, appena dopo la nascita nel momento in cui arriva nella sua casa e dovrebbe inserirsi con un posto ben preciso nella sua famiglia, viene  isolato in una stanza meravigliosa dal punto di vista delle attrezzature, ma totalmente priva di calore e di amore e soprattutto lontana dalla sua famiglia.

Come può sentirsi accettato un bambino trattato in questo modo? La serenità di un neonato e di un bambino è data da tre cose: essere rispettato, vedere soddisfatti i suoi fabbisogni vitali, essere accettato!

La mamma paurosa

“Ho paura che pianga troppo”. “Ho paura che non dorma”. “Ho paura che non mangi”. “Ho paura che non cresca”. Frasi rivelatrici che denotano – anche se mi dispiace dirlo – una forma di egoismo, anche se involontario, e di immaturità per il ruolo genitoriale.

Il bambino porta con sè il fastidio di dovere incominciare a occuparsi di problemi che disturbano la tranquilla routine. Queste sono anche quelle mamme che “dopo” dicono: “Prima che arrivasse lui, eravamo tanto sereni!”.

La mamma ideologica

E’ convinta di tenersi al passo con i tempi. E’ aggiornata su tutte le teorie ideologicamente più raffinate, concernenti diversi stili di vita. La dieta vegetariana, vegana, i prodotti alimentari, i componenti più ricercati e dotati di miracolose proprietà (non fanno invecchiare, ingrassare sviluppano la muscolatura, migliorano la pelle, facilitano le digestione ecc.) gli integratori alimentari ecc.

Ricordo di avere incontrato, poco tempo fa, una mamma che pretendeva che la sua bimba controllasse gli sfinteri a 14 mesi (fatto che avviene in modo naturale intorno ai tre anni) perchè i pannolini sono inquinanti. L’ideologia, cioè, prevaleva sulla evoluzione normale delle acquisizioni da parte del suo bambino!

L’argomento è trattato in modo approfondito nel libro scritto dal Prof. FerrariI bambini crescono nonostante gli adultiEdizioni De Agostini di cui vi consigliamo vivamente la lettura!

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