La dermatite atopica e seborroica nei bambini: cause, rimedi e dieta

di francesca


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LA CROSTA LATTEA (Dermatite seborroica  –  Eczema atopico)

Con il termine “popolare” di crosta lattea si intende un’affezione che colpisce la pelle dei bambini e che si chiama lattea perchè compare in genere durante il periodo dell’allattamento.

Esistono due tipi di crosta lattea: la dermatite seborroica e l’eczema atopico

Pur presentando entrambe le forme, lesioni della cute molto simili, caratterizzate da chiazze di arrossamento, chiazze eczematose, ricoperte da fini squamette bianco-giallastre e/o da squame più grandi e crostose, esistono però, tra i due tipi, differenze sostanziali e comportamenti clinici diversi.

La Dermatite seborroica

  1. Ha un esordio precoce (nel 1° mese di vita) e regredisce spontaneamente nel giro di pochi mesi (al massimo un anno)
  2. Può colpire solo il cuoio capelluto, ma più spesso inizia dalla fronte o dalle sopracciglia e può diffondersi al volto, alle pieghe delle orecchie, alle pieghe ascellari e alle zone di pelle coperte da pannolini. In genere viene risparmiata la regione intorno alla bocca. Raramente può colpire il tronco e gli arti. Non c’è prurito.

Eczema atopico

E’ conseguenza di una atopia (abnorme reazione allergica dell’organismo) ed ha caratteri di famigliarità. Ha un esordio più tardivo (quasi mai prima del terzo mese) e una regressione di solito verso i 3-5 anni.

  1. Presenta lesioni differenti a seconda della fase acuta o cronica e della età del bambino
  2. Nella fase acuta le lesioni sono “umide” nella fase cronica sono “secche”
  3. Colpisce il volto, le palpebre, la zona periorale, il collo, il tronco la superficie flessoria degli arti. Dopo il 6° mese anche la superficie estensoria degli arti.

Il prurito

Il prurito è accentuato da variazioni di temperatura e da una eccessiva sudorazione, ed aumenta con l’età a tal punto da determinare lesioni da grattamento che peggiorano la situazione e possono essere causa di infezione delle lesioni stesse

La diagnosi clinica

Non esistono esami di laboratorio specifici. Gli esami allergologici che possono essere eseguiti dal 3° mese in poi consentono di approfondire se il soggetto è allergico (atopico) e se è in atto una sensibilizzazione allergica nei riguardi di una determinata sostanza (esempio: alimenti).

Cosa fare in caso di dermatite seborroica

  • La dermatite seborroica guarisce spontaneamente in pochi mesi e, in verità, al di là del problema estetico, non crea grossi disturbi. Spesso una accurata igiene (non ritardare il primo bagnetto!!)  previene la sua comparsa. Per esempio il bagnetto giornaliero fatto con cura (ricordarsi di insaponare anche la testa ed il volto) rappresenta la migliore prevenzione per eliminare i rischi di insorgenza di questo disturbo.
  • Se non si esegue bene, alcuni bambini cominciano a presentare o una desquamazione del cuoio capelluto oppure alcune macchiette rosse, con qualche piccola vescicola biancastra sulla fronte e sul volto. Questo è l’inizio della dermatite seborroica.
  • Una aggravante è rappresentata dal coprire troppo il bambino.
  • Purtroppo pochi bagni e troppi vestiti è un binomio che quasi sempre coesiste nelle cattive abitudini delle persone.
  • La dermatite seborroica non ha bisogno di cure specifiche: non si devono modificare né le abitudini alimentari, né si deve rinunciare alle buone abitudini igieniche.

Cosa fare in caso di eczema atopico

  1. L’eczema atopico necessita di cure che consistono in:
  2. Gestione della cute e dell’ambiente
  3. Terapia farmacologia
  4. Dieta

La gestione della cute e dell’ambiente

  1. idratare la pelle con 2 bagni tiepidi al giorno
  2. evitare indumenti irritanti quali lana o fibre sintetiche
  3. evitare una sudorazione eccessiva
  4. scegliere con cura saponi e detergenti (consiglio medico)
  5. ridurre il più possibile il grattamento
  6. bonificare dalla polvere l’ambiente (tappeti tendaggi moquette)
  7. climatoterapia marina (soggiorno al mare, sole, bagni)

La terapia farmacologica

Per il prurito si devono usare farmaci antistaminici per via generale (per bocca) con particolare riguardo per quelli che anno anche una azione sedativa.

Le lesioni della cute

La terapia locale (topica) consente di trattare l’80% degli eczemi atopici ed ha lo scopo di ridurre il prurito e di ricostruire l’integrità della cute. Dopo aver idratato la pelle con i bagni, immediatamente (entro 3 minuti) applicare creme o pomate o unguenti idratanti ed emollienti a base di lanolina, vaselina oli vegetali, glicerina sorbitolo (meglio se non profumati). Una volta assorbiti si applicano creme o pomate al cortisone.

Il cortisone ed i cortisonici sono il caposaldo della terapia dell’eczema atopico e rappresentano l’unico farmaco che determina realmente il miglioramento o la scomparsa delle lesioni della cute.

E’ doveroso dire che questi effetti sono temporanei. Alla sospensione della terapia le lesioni dopo qualche tempo ritornano. Il cortisone tiene a bada gli aspetti più fastidiosi nell’immediato. Le lesioni scompariranno quando la malattia “deciderà” di guarire.

Tenendo conto degli effetti collaterali dei cortisonici, il loro uso deve essere indicato dal medico, ricorrendo ad essi quando è veramente necessario. E’ però importante non farsi cogliere dalla “corticofobia” (paura del cortisone) perchè si corre il rischio di usarlo male e per periodi troppo brevi.

La dieta

Viene definita dieta terapeutica ed è basata sulla eliminazione totale (!) di un’alimento dell’alimentazione del bambino.

Quali gli alimenti potenzialmente più coinvolti?

  1. Nel 90% dei casi sono: latte, uova, grano pesce. Ma nessun alimento può essere considerato a priori “innocente”.
  2. Raramente sono coinvolti più di due alimenti
  3. Il problema della dieta terapeutica è difficile da affrontare ed ancora in parte controverso perché, ad esempio, qualche alimento può risultare negativo ai test allergologici ed invece essere la causa dell’eczema
  4. Come ho già detto più volte nel nostro discorso, al di là degli aspetti rigorosamente scientifici, in questi casi deve soprattutto intervenire il buon senso, cioè bisogna valutare se il gioco vale la candela, in altre parole se l’entità e la gravità dell’eczema atopico sia tale da spingere il medico a percorrere la via delle restrizioni dietetiche.

Quando ricorrere alla dieta terapeutica?

  1. In casi di eczema molto diffuso ed altamente pruriginoso (forma di media o alta gravità)
  2. Età inferiore ai 3 anni (in genere entro i 3 anni i bambini acquisiscono tolleranza verso gli alimenti allergizzanti)
  3. La dieta deve essere mantenuta per 2/4 settimane
  4. Ottenuta la guarigione o un netto miglioramento, si deve passare alla cosiddetta fase di provocazione o scatenamento, che consiste nella reintroduzione degli alimenti. Ogni alimento deve essere introdotto singolarmente e in quantità rilevante. Tra l’introduzione di un nuovo alimento e il successivo devono passare almeno 4 giorni. A mano a mano che il singolo alimento introdotto non determina la ricomparsa delle lesioni, viene considerato “buono”.
  5. La dieta terapeutica comporta qualche modesto rischio: una dieta squilibrata ed incompleta e qualche volta la “infelicità del bambino“! (che si sente malato quando in realtà non lo è).

Conclusioni

Vorrei terminare l’argomento con due osservazioni:

  1. E’ divertente rilevare che, quando voglio accertarmi della famigliarità del disturbo, dalle rispettive nonne vengono quasi sempre negati precedenti di “crosta lattea”. Eppure abbiamo visto che è un disturbo famigliare. Questo succede perché, forse, una volta la crosta lattea era vista come una vergogna o addirittura un marchio infamante.
  2. La seconda cosa è che avrete notato che non ho mai definito “malattia” né la dermatite seborroica, né l’eczema atopico. Personalmente le definisco “la malattia del bambino sano”. In effetti i bambini affetti da questo problema anche nelle forme più conclamate crescono perfettamente bene. Meglio ancora se curati bene e circondati ad un ambiente famigliare sereno o tranquillo!!

Articolo tratto dal libro Il bambino Felice del Prof. Giuseppe Ferrari

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