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Donna costretta all’aborto in Cina: non poteva pagare la tassa sul figlio
Stampa articoloIn Cina una donna è stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza. E’ accaduto a Feng Jiamei, una mamma che avrebbe desiderato mettere al mondo il suo bambino, ma che è stata costretta dalle autorità, che l’hanno prelevata con la forza e condotta in ospedale, ad abortire a gravidanza inoltrata perché Feng non possedeva il denaro sufficiente per pagare la tassa sul secondo figlio.
Il mondo si indigna e sostiene questa giovane donna di 22 anni costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza, ad uno stato della gestazione in cui indubbiamente potremmo benissimo definire l’intervento del governo cinese “omicidio”. Feng è il suo bambino sono stati puniti per non aver rispettato la politica “del figlio unico”.
La Cina è un paese molto popoloso il cui governo ha deciso di controllare i tassi di natalità attraverso un rigido piano demografico gestito attraverso la politica del figlio unico, in alternativa le famiglie sono costrette a pagare una tassa molto salata. Queste sono le basi su cui il governo cinese rivendica il diritto di violare la vita con un aborto coatto.
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