Difficoltà di linguaggio nei bambini, ecco come aiutarli

Parlare di difficoltà del linguaggio dei bambini allude ad un discorso molto articolato, da momento che in tale materia c’è non solo un po’ di ignoranza da parte di tutti noi, ma anche dei tabù.

Quando ci dobbiamo preoccupare? E, soprattutto, ci dobbiamo preoccupare? Ni. Prima di tutto preoccuparsi non va mai bene, e poi il problema è risolvibile, anzi, la sua risoluzione dipende molto dal nostro modo di reagire e dalla tempestività con cui interveniamo.

Partiamo da ciò che dovremmo sapere. Lo sviluppo del linguaggio dovrebbe seguire a grandi linee queste fasi:

  • A 6 – 9 mesi la comunicazione è fatta di gesti, vocalizzi, sillabe ripetute, del tipo pa-pa-pa, ta-ta, ma-ma
  • Tra i 9 e i 12 mesi compaiono sequenze di più sillabe, con consonanti e vocali diverse, simili a parole, accompagnate dal gesto di indicare, per comunicare ciò che si vuole
  • A 14 – 16 mesi il bambino ha un bel vocabolario di parole e contemporaneamente comprende il significato delle parole e agisce in modo adeguato in risposta semplici comandi
  • Tra i 16 e i 20 mesi il linguaggio esplode e il vocabolario, che fino a quella età è di circa 50 parole, si arricchisce con le prime combinazioni

Come intervenire se il bambino non rispetta queste tappe di sviluppo del linguaggio?

Lo specialista che ha la competenza di diagnosticare una difficoltà o, subito dopo, un disturbo come la dislessia o la disgrafia, è il logopedista. Quest’ultimo può dire se il bambino è in difficoltà a esprimersi e ad articolare bene il suo linguaggio.

Il termine “articolare” non è casuale, poichè le difficoltà del linguaggio sono legate a quelle di articolare e non ad un disturbo neurologico o dell’apprendimento.

Ovviamente, prima di fare diagnosi logopedica, bisognerà anche escludere deficit dell’udito.

I genitori sono molto importanti nell’aiutare i figli con difficoltà del linguaggio. Che cosa devono fare?

  1. Prima di tutto è bene non considerare questo tipo di difficoltà un problema irrisolvibile e non essere catastrofisti.
  2. Sviluppiamo pazienza per correggere con calma il bambino che articola male la comunicazione. In questo senso non facciamo finta di aver compreso ciò che il bambino ha detto se invece non è chiaro ed è un errore ricorrente
  3. Guardiamo i bambini negli occhi stando seduti a loro livello e aiutiamoli a ripetere bene
  4. Rispettiamo i turni comunicativi senza incalzare il bambino con continue domande
  5. Usiamo anche la mimica e gesti
  6. Utilizziamo i CD che propongono esercizi divertenti per aiutare i bambini ad imparare a parlare, rimanendo sempre vicini a loro