Colestasi gravidica: i sintomi e quali sono i rischi per il feto

La colestasi gravidica, anche detta intraepatica, è una patologia che può insorgere durante la gravidanza, anche se c’è da dire che è abbastanza rara. In ogni caso, nonostante i sintomi inizialmente siano lievi, è il caso di non trascurarla perché può essere dannosa per la salute del feto. Di solito si manifesta tra il secondo e il terzo trimestre, periodo durante il quale la futura mamma comincia ad avvertire prurito a mani e piedi, disturbo che dopo qualche giorno tende a generalizzarsi colpendo tutto il corpo. Per sapere se si tratta o meno di colestasi gravidica basterà semplicemente fare un’analisi del sangue per controllare il dosaggio degli acidi biliari, della bilirubina e delle transaminasi, che potrebbero dare conferma di un’eventuale concentrazione di bile nel fegato.

Cause della colestasi gravidica

In realtà non si conoscono ancora le cause, anche se si presuppone che tale patologia sia legata a una sensibilità maggiore agli steroidi che durante la gravidanza vengono prodotti in quantità sempre maggiore e provocano un accumulo di bile a livello epatico. Per cui accade che i sali biliari si riversino nel torrente ematico e nei tessuti, determinando una irritazione dei nervi periferici e scatenando di conseguenza un prurito che in certi casi può manifestarsi in modo molto intenso.

La colestasi gravidica è pericolosa per il feto e per la mamma?

Secondo una serie di studi di settore se trascurata può assolutamente causare sofferenza fetale, asfissia neonatale e morte endouterina. Per la futura mamma, invece, non ci sono grandi rischi, anche se la colestasi gravidica potrebbe portare a una maggiore tendenza alle emorragie post partum causata da una cattivo assorbimento della vitamina K, ma si può benissimo rimediare con un supplemento maggiore di questa vitamina durante le ultime settimane di gravidanza.

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