Acetone nei bambini con e senza vomito: che dieta somministrare?

di francesca


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“Che cosa è l’acetone? E’ una domanda a cui non è facile rispondere; cercherò di farlo schematizzando e semplificando a costo di fare arricciare il naso agli scienziati, ma con la quasi certezza di essere capito”.

Cause metaboliche dell’acetone

L’acetone è causato da una abnorme accumulo di corpi chetonici nell’organismo del bambino.
I corpi chetonici si formano nel nostro organismo normalmente e regolarmente nel corso dello svolgimento del metabolismo dei grassi.

Le sostanze chimiche introdotte con gli alimenti sono composti fondamentalmente da tre grandi categorie di prodotti chimici, presenti in varia misura in tutti i cibi:

  1. proteine
  2. grassi o lipidi
  3. zuccheri o carboidrati

Ciascuno di questi alimenti viene trasformato nel nostro organismo, seguendo una sua via metabolica.

Per l’acetone, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul metabolismo dei grassi. Nel corso del quale si producono i corpi chetonici (in alter parole l’acetone). In condizioni normali questi corpi chetonici, una volta formatisi, proseguono immediatamente la loro trasformazione in altre sostanze e vengono quindi eliminati.

Quando, per particolari condizioni, i corpi chetonici invece non vengono più trasformati ed eliminati, si accumulano nel sangue e danno luogo alla “crisi di acetone”. In altri termini l’acetone è uno stato di malessere dovuto a un’eccessiva presenza nel sangue di sostanze, i corpi chetonici, che non dovrebbero esserci in così grande quantità.

L’organismo tollera solo un certo livello di corpi chetonici, oltrepassato il quale comincia a presentare segni di malessere, perché queste sostanze finiscono per intossicarlo. Per questo motivo l’acetone può essere anche definito un fenomeno di autointossicazione.

Quali sono le cause che determinano un’alterazione di questo metabolismo?

Le cause sono molte; ne elenco alcune:

  • un breve digiuno
  • un disordine alimentare
  • una banale indigestione
  • una fatica fisica
  • uno stress emotivo
  • uno spavento
  • il cambiamento di clima
  • una banale influenza
  • malattie infettive
  • la diarrea
  • le parassitosi intestinali (un tempo nelle credenza popolare l’acetone veniva identificato con  i vermi intestinali)

Perché alcuni bambini soffrono di acetone e altri no?

Resta ancora ignoto il motivo per cui certi bambini siano più predisposti a essere colpiti da questo disturbo in occasione dell’intervento di fattori che, su altri bambini, non esercitano nessun effetto. Si pensa che più colpiti siano i bambini emozionalmente più instabili, ma questo è vero solo in parte.

Di fatto si può essere certi di due cose:

  1. che il bambino predisposto è spesso figlio di genitori “acetonemici”
  2. che il bambino predisposto ogni tanto soffrirà di acetone

Sintomi dell’acetone: assenza e presenza di vomito

La crisi di acetone non è una malattia vera e propria, ben definita nei suoi sintomi, ma una  situazione di malessere che si manifesta associata a particolari condizioni in cui si trova momentaneamente l’organismo del bambino.

Nelle forme più leggere il bambino presenta

  1. diminuzione dell’appetito
  2. aumento della sete
  3. occhi cerchiati
  4. saltuari dolori addominali (in genere il bambino indica la zona intorno all’ombelico),
  5. lingua biancastra
  6. alito con un caratteristico odore acetonico, non particolarmente sgradevole, simile all’acetone usato dalle signore per eliminare lo smalto dalle unghie. E’ bene che il pediatra insegni alle mamme a riconoscerlo
  7. Quasi sempre è presente anche stitichezza
  8. Con l’aumentare dell’acetone, compare anche mal di testa
  9. Il bambino può mostrarsi sonnolento. Altre volte alterna momenti di irritazione a momenti di torpore. La madre riferisce di un bambino che ha sonno, ma che non riesce a dormire perché è nervoso (sonnolenza irritabile)

Aumentando ancora lo stato tossico, ecco comparire il sintomo più importante: il vomito, caratterizzato da attacchi anche violenti. In un primo momento viene emesso il cibo, poi una volta svuotato lo stomaco, il vomito diventa giallastro (vomito biliare).

Quest’ultimo aspetto spaventa molto la mamma, ma è normale vomitare bile quando lo stomaco è vuoto di alimenti. A questo punto può comparire anche la febbre, che peraltro può insorgere anche prima.

Un ulteriore peggioramento della situazione rende il bambino sempre più prostrato, con:

  1. occhiaie profonde
  2. pallore intenso
  3. alito sempre più cattivo
  4. lingua coperta da una patina spessa e biancastra
  5. labbra secche, respiro più frequente. 

Se non si interviene, il bambino può  anche arrivare al coma (coma acetonemico) e, specie se compare febbre, anche alle convulsioni febbrili. Questa è la evoluzione più drammatica dell’acetone.

Intervenendo con opportuni provvedimenti, non si arriva a queste situazioni di pericolo, che, in verità, sono rare anche quando non vengono messe in atto cure appropriate. Tuttavia è bene tenerle presenti, non per sopravvalutare il problema, ma per non essere impreparati nel caso in cui dovessero capitare.

Ai sintomi descritti devono essere aggiunti quelli delle eventuali varie malattie presenti (influenza, malattie infettive).

Dieta e cura dell’acetone dei bambini

La terapia dell’acetone è condizionata dalla diversa gravità dei sintomi e si basa su due aspetti: quello dietetico e quello medicamentoso.

L’intervento dietetico

  • Essendo l’acetone, un disturbo legato al metabolismo dei grassi, il primo intervento deve essere la sospensione di questi; i più comuni sono: burro, formaggio, latte, uova cc.
  • Se è presente il vomito , è necessario sospendere totalmente l’alimentazione sostituirla con una dieta esclusivamente idrica, utilizzando alternativamente: acqua, tè, camomilla, bevande zuccherine alla frutta,  Coca cola ecc.
  • Questi liquidi devono essere somministrati ben zuccherati, nella quantità richiesta dai bambini, che in genere hanno molta sete, soprattutto ricordando che sono loro i migliori regolatori delle proprie necessità.
  • Le dosi di liquidi da introdurre nell’arco delle 24 ore possono raggiungere valori di circa 100 – 150 cc per ogni kg di peso del bambino. Lo zucchero aggiunto sarà di circa 5 gr per kg di peso del bambino.
  • Si possono anche utilizzare brodi di verdura salati per ovviare alla perdita di sali che avvengono con il vomito.

Qualche volta la violenza e la gravità del vomito sono tali da impedire la ritenzione di qualunque liquido introdotto. Il bambino ha molta sete e beve avidamente grosse quantità di liquidi, questo lo fa ri-vomitare.

Bisogna convincerlo a bere poco per volta, ma non è facile! In questo caso il problema viene risolto con la somministrazione frazionata e ininterrotta  di bevande (un cucchiaino dopo l’altro).

Nelle forme più gravi neppure questo artificio serve a fermare il vomito. In tal caso è necessario praticare al bambino fleboclisi, per non correre il rischio di arrivare a un vero e proprio coma.

Cessato il vomito, si può riprendere con gradualità l’alimentazione, avendo cura inizialmente di dare cibi ricchi di carboidrati e per ultimo i cibi grassi.

Ma soprattutto facendosi guidare dal grado di appetito del bambino; quando comincia ad avere fame (circa 3 giorni dopo la fine del vomito) allora si potrà riportalo in un paio di giorni a mangiare come prima.

Terapia con farmaci

Non esistono farmaci specifici. La migliore cura è la dieta e la reidratazione che può giovarsi di prodotti contenenti sali minerali e zucchero da aggiungere all’acqua somministrata.

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